30 giugno 2010

Cresce l'intensità delle minacce all'Iran

Teniamo alta la guardia

Da qualche tempo le minacce all'Iran stanno salendo di intensità, con un'escalation che per Stati Uniti ed Israele, servilmente seguiti dall'Unione Europea, prevede solo due sbocchi: o la capitolazione politica di Teheran o l'aggressione militare.

La risoluzione 1929, votata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU il 9 giugno scorso, con il grave consenso di Russia e Cina, ma con la significativa opposizione di Brasile e Turchia, ha rappresentato il passaggio politico decisivo per aumentare brutalmente la pressione sull'Iran.

28 giugno 2010

Lettera aperta a Informazione Corretta e ad Angelo Pezzana

Cari amici di Informazione Corretta, caro Angelo, giovedì sera a Roma è accaduto un episodio molto grave, che deve costituire un campanello d'allarme per tutti noi. Alle contro-manifestazioni, alle provocazioni e anche agli insulti dei falsi pacifisti e del fronte filo-palestinese, siamo purtroppo abituati. Che a fronte di queste provocazioni, il servizio d'ordine della Comunità ebraica reagisca con la violenza, è un fatto assolutamente sbagliato e intollerabile, dalle conseguenze incalcolabili. Le iniziative squadristiche appartengono alla mentalità fascista e sono invece indegne degli ebrei e degli amici di Israele.
Non nascondiamoci dietro a un dito, per favore. Non cerchiamo inutili pretesti e versioni dei fatti francamente insostenibili. Non inventiamoci improbabili "catene e coltelli" (che infatti nessuno ha trovato!) frutti evidenti di fantasia e malafede. La dinamica stessa degli avvenimenti, la nuda cronaca dell'episodio spiega bene cosa è accaduto: i filo-palestinesi hanno inscenato una loro tipica manifestazione ostile a Israele (non entro nel merito, ovviamente) e nulla più di questo. La polizia avrebbe dovuto impedirlo, certo. E con questo?

QUALE APPROCCIO ALLA CRISI?

di M. Tozzato
Così scrive Mario Platero in un articolo (Sole 24 Ore del 26.06.2010):
<<A Toronto, dove seguo il G8-G20, bilaterali di vario genere, c’è molta tensione. Da stasera, con il G20, si parlerà di nuove regole, di fondi hedge, di coordinamento, di rapporto dollaro-yuan. Ma dentro il G20 il vero scontro è un altro. E’ uno scontro di filosofie di intervento tra Washington e Berlino, tra gli americani che chiedono ulteriori azioni a sostegno della crescita e i tedeschi che vogliono rigore. Una battaglia dura, cruciale per il futuro dei mercati.>> 

Denuncia penale presentata contro BCE ed altri

Al Comando stazione dei Carabinieri
SEDE

Alla Procura Della Repubblica Competente

E, p.c. Ad Altri


QUERELA/DENUNCIA CONTRO :

1)Tutti i governatori e dirigenti della Banca Centrale Europea a partire dal 2001;
2)Tutti i governatori e dirigenti della Banca d’Italia a partire dall’anno 1992;
3)Tutti gli appartenenti ai consigli d’amministrazione delle banche commerciali private operanti sul territorio italiano a partire dall’anno 1992;
4)Tutti i titolari e dirigenti del ministero dell’Economia a partire dall’anno 1992;
5)Tutti i titolari e dirigenti del ministero delle Finanze a partire dall’anno 1992;
6)Tutti i titolari e dirigenti del ministero del Tesoro a partire dall’anno 1992;
7)Tutti i titolari e dirigenti del ministero del Bilancio a partire dall’anno 1992;
8)Tutti i ragionieri generali dello Stato a partire dall’anno 1992;
9)Tutti i consiglieri e i direttori generali della Corte dei Conti a partire dall’anno 1992;
10)Tutti i dirigenti, amministratori e funzionari della Equitalia S.p.A.;
11)Tutti i dirigenti, amministratori e funzionari delle agenzie di recupero crediti qui non citate;
12)ed eventuali altri, secondo il ruolo ed il grado di responsabilità risultante dalle indagini.

Per le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:

1)Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
2)Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
3)Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
4)Attentato contro l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato (art.241 c.p.);
5)Intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo Stato italiano (art.243 c.p.);
6)Corruzione da parte del cittadino da parte dello straniero (art.246 c.p.);
7)Infedeltà in affari di Stato (art.264 c.p.);
8)Attentato contro la Costituzione dello Stato (art.283 c.p.);
9)Devastazione, saccheggio e strage (art.285 c.p.);
10)Attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali (art.289 c.p.);
11)Attentati contro i diritti politici del cittadino (art.294 c.p.);
12)Peculato (art.314 c.p.);
13)Malversazione a danno dello Stato (art.316 bis);
14)Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art.319 c.p.);
15)Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio (art.320 c.p.);
16)Abuso d’uffico (art.323 c.p.);
17)Omissione di atti d’ufficio (art.328 c.p.);
18)Interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica utilità (art.331 c.p.);
19)Violenza e minaccia ad un corpo politico amministrativo o giudiziario (art.338 c.p.);
20)Usurpazione di funzioni pubbliche (art. 347 c.p.);
21)Inadempimento di contratto di pubbliche forniture (art.355 c.p.);
22)Frode nelle pubbliche forniture (art.356 c.p.);
23)Associazione a delinquere (art.416 bis);
24)Devastazione e saccheggio )art.419 c.p.);
25)Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato previo concerto, di monete
falsificate (art.453 c.p.);
26)Alterazione di monete (art.454 c.p.);
27)Spendita ed introduzione nello Stato senza concerto, di monete falsificate (art.455 c.p.);
28)Circostanze aggravanti (art.456 c.p.);
29)Parificazione delle carte di pubblico credito delle monete (art.458 c.p.);
30)Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.476 c.p.);
31)Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.477 c.p.);
32)Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.479 c.p.);
33)Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.480 c.p.);
34)Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.481 c.p.);
35)Falsità materiale commessa dal privato (art.482 c.p.);
36)Falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici (art.483 c.p.);
37)Falsità in registri e notificazioni (art.484 c.p.);
38)Uso di atto falso (art.489 c.p.);
39)Documenti equiparati agli atti pubblici agli effetti della pena (art.491 c.p.);
40)Documenti informatici (art.491 bis c.p.);
41)Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio (art. 493 c.p.);
42)Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di produzione
(art.499 c.p.);
43)Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio
(art.501 c.p.);
44)Manovre speculative su merci (art.501 bis c.p.);
45)Turbata libertà dell’industria o del commercio (art.513 c.p.);
46)Frode nell’esercizio del commercio (art.515 c.p.);
47)Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art.517 c.p.);
48)Istigazione o aiuto al suicidio (art.580 c.p.);
49)Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);
50)Furto (art.624 c.p.);
51)Rapina (art.628 c.p.);
52)Estorsione (art.629 c.p.);
53)Turbativa violenta del possesso di cose immobili (art.634 c.p.);
54)Truffa (art.640 c.p.);
55)Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art.640 bis c.p.);
56)Frode informatica (art.640 ter c.p.);
57)Circonvenzione di persone incapaci (art.643 c.p.);
58)Usura (art.644 c.p.);
59)Appropriazione indebita (art.646 c.p.);
60)Impiego di denaro di provenienza illecita (art.648 ter c.p.);
61)Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
62)Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-


LUOGO DI COMMISSIONE : Tutto territorio nazionale

TEMPO DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;

Arresto obbligatorio in flagranza

1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all'arresto di chiunque colto in flagranza di un delitto non colposo, consumato o tentato, per il quale la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni.

2. Anche fuori dei casi previsti dal comma 1, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all'arresto di chiunque è colto in flagranza di uno dei seguenti delitti non colposi, consumati o tentati:

a) delitti contro la personalità dello Stato previsti nel titolo I del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni;

b) delitto di devastazione e saccheggio previsto dall'articolo 419 del codice penale;

d) delitto di riduzione in schiavitù previsto dall'articolo 600 del codice penale;

e) delitto di furto, quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'articolo 4 della legge 8 agosto 1977 n. 533 o taluna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 625 comma 1 numeri 1, 2 prima ipotesi e 4 seconda ipotesi del codice penale (1);

f) delitto di rapina previsto dall'articolo 628 del codice penale e di estorsione previsto dall'articolo 629 del codice penale;

i) delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni;

l) delitti di promozione, costituzione, direzione e organizzazione delle associazioni segrete previste dall'articolo 1 della legge 25 gennaio 1982 n. 17, delle associazioni di carattere militare previste dall'articolo 1 della legge 17 aprile 1956 n. 561, delle associazioni, dei movimenti o dei gruppi previsti dagli articoli 1 e 2 della legge 20 giugno 1952 n. 645, delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all'articolo 3, comma 3, della legge 13 ottobre 1975, n. 654 (3);

l-bis) delitti di partecipazione, promozione, direzione e organizzazione della associazione di tipo mafioso prevista dall'articolo 416 bis del codice penale (4);

m) delitti di promozione, direzione, costituzione e organizzazione della associazione per delinquere prevista dall'articolo 416 commi 1 e 3 del codice penale, se l'associazione è diretta alla commissione di più delitti fra quelli previsti dal comma 1 o dalle lettere a), b), c), d), f), g), i) del presente comma.


Persone offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, tutti i Contribuenti italiani


PREMESSA

Sono un cittadino che è stato rovinato, come molti e sempre più numerosi cittadini, dalle truffe perpetrate continuativamente da decenni dalle banche in collusione con molteplici funzionari, dirigenti, amministratori dello Stato, politici ed istituzioni di vario ordine e grado ed in particolare dalla leggiferazione parlamentare asservita agli interessi degli stranieri.

Manipolazioni e travisazioni plateali delle leggi, della Costituzione e della conseguente pressione fiscale dai modi irrituali ed usurpativi di ogni diritto proprio del cittadino presunto “debitore”, usate a seguito della legge 130 del 1999 per la “cartolarizzazione” e l’esazione fiscale ed adottate dalle bande criminali che hanno occupato, modificato le istituzioni dello Stato e le sue leggi incostituzionalmente e contro gli interessi dei cittadini e dello Stato stesso.

Il processo di appropriazione dello Stato e di esautorazione della sovranità popolare è in corso gradualmente ma costantemente da decenni ed ha condotto alla situazione attuale sotto gli occhi di tutti.


CONSIDERAZIONI

Il debito pubblico è il presupposto della tassazione.
Oltre il 22% delle tasse serve per pagare interessi sul “debito pubblico” (sarà davvero “debito”?).

Con questa denuncia, intendo, per amor di Patria e per fedeltà alla Costituzione Repubblicana, espormi personalmente anche ad ogni possibile ripercussione e ritorsione, giudiziaria, amministrativa o fisica, seguendo il luminoso esempio del dr. Molinari, ex Questore di Genova, che fu assassinato (“da un pazzo si disse”) alla vigilia dell’udienza di una causa che aveva intentato contro la Banca d’Italia per motivi ideali e morali analoghi ai miei.

Quanto segue non è una mia scoperta o teoria, ma riporta studi economici e giuridici di carattere scientifico e prodotti da studiosi e da accademici di diversi paesi: i proff. James Robertson e Joseph Huber[1]; Richard Werner[2]; John Sloman[3]; il famoso Giacinto Auriti docente in varie università italiane; l’ex P.G. presso la Corte di Appello dell’Aquila, dr. Bruno Tarquini[4]; l’avv. Marco Della Luna[5]; Steven Zarlenga[6], presidente dell’American Monetary Institute, e tanti altri illustri economisti.

Esiste, come anche sostenuto da questi economisti, da lungo tempo un meccanismo di falsi contabili e falsi in bilancio (dello Stato, della Banca d’Italia, delle banche commerciali), evasione fiscale, truffa, usurpazione, di diritto e tutta la serie innumerevole di fattispecie di reato elencato in prima e seconda pagina.

Un meccanismo che porta a creare false, apparenti e indebite passività della finanza pubblica – le quali a loro volta portano alla presente, oppressiva, pressione fiscale e alla perdita dei beni dei cittadini e dello Stato ed all’improprio, indebito, inventato indebitamento di enti locali, di province e di regioni.

Pressione che, per la sua intensità, per la falsità ed artificiosità dolosa dei suoi presupposti, per l’arbitrarietà della sua costruzione in quanto alla individuazione della base imponibile e al ricorso a presunzioni di ricavi ed all’inversione dell’onere della prova, nonché per le modalità violente dell’esecuzione esattoriale, concreta essa stessa, fattispecie di reato di tipo estorsivo, soprattutto in quanto il “debito” è creato attraverso la costruzione di falsi ed illeciti presupposti giustificativi.

Infatti la contrazione del debito pubblico attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico avviene in modo pretestuoso, senza reale corrispettivo, al solo fine di attuare un trasferimento di potere d’acquisto dai contribuenti (dal popolo) ai banchieri privati ed un indebitamento dello Stato, del popolo, verso costoro.

Quest’operazione ha attuato per le sue dimensioni nel corso degli ultimi decenni in particolare un trasferimento di potere politico in favore dei predetti banchieri privati.

L’intera operazione configura un’eversione dell’ordinamento e della legalità costituzionali, ed è perpetrata in forma ovviamente e palesemente ed inconfutabilmente associativa.

Questa è una denuncia che chiede al potere giudiziario di prendere una chiara ed inequivocabile posizione rispetto a questi illeciti, politici, finanziari, economici.

Illeciti, tutti, le cui conseguenze, se non ancora le cause ultime, stanno divenendo di dominio pubblico attraverso l’informazione mediatica sui grandi crack, truffe, bancarotte, dall’Argentina alla Cirio alla Parmalat alla Unilever alla Enron alla Halliburton ai subprime loans, alla Northern Rock, alle frodi finanziarie denunciate in tutto il mondo ormai anche dai media più tradizionalisti ad assuefatti al Potere.

Azioni e raggiri commessi da primarie banche anche in combutta con amministratori comunali e regionali dislocate sia la nord che al sud, amministratori espressi da primarie forze politiche nazionali e governative in danno degli Enti e conseguentemente di tutti i cittadini.

La presente denuncia intende quindi provocare una risposta del potere giudiziario, nell’un senso o nell’altro, anche per accertare quali margini di legalità e di recupero di legalità rimangano in Italia e fino a che livello sia pervenuta la dipendenza della politica e delle istituzioni rispetto al potere bancario.

Il sistema bancario internazionale, in mano a finanzieri privati, di fatto ha esautorato lo Stato e le istituzioni democratiche e rappresentative, spogliandoli della sovranità e della stessa indipendenza, e sottomettendoli all’interesse e alla volontà dei propri capi, per lo più stranieri.

Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, in quanto nascente dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati che non hanno titolo ad esercitarlo, per di più nel processo di realizzazione pure truffando!.

La Banca d’Italia è in realtà una S.P.A. a capitale privato ed autocratica, la cui compagine proprietaria è sempre stata illegittima rispetto allo statuto previgente, il quale imponeva [art.3] una maggioranza Pubblica; e lo è tuttora rispetto al principio fondamentale di sovranità appartenente al popolo e noi ai privati, e all’altro principio fondamentale, di Repubblica fondata sul lavoro, e non sulla frode finanziaria;
I privati proprietari della Banca d’Italia si sono recentemente adattati lo statuto a loro uso e consumo, in modo anticostituzionale, e il potere politico nonché il Capo dello Stato hanno superficialmente, e semplicisticamente ratificato con decreto 16.12.06. E pure nel dettato del nuovo art. 3 sono in reato, fra l’altro anche nella mancata rinazionalizzazione.

COMUNICATO DELLA RETE ROMANA DI SOLIDARIETA' CON LA PALESTINA

La Rete Romana di Solidarietà con la Palestina ha denunciato con forza l'aggressione subita giovedì sera sulle scale del Campidoglio da parte di un gruppo di squadristi riconducibili come appartenenti alla Comunità Ebraica Romana. Di questo si è trattato e non di una rissa.
Due attivisti sono stati ricoverati in ospedale, uno deve essere operato e l'altro ha un trauma cranico.
Almeno altri quattro hanno riportato percosse e contusioni.
La Rete Romana di Solidarietà con la Palestina chiede che le istituzioni locali, Comune e Provincia e la Presidenza della Comunità Ebraica Romana prendano pubblicamente le distanze dagli squadristi, diversamente si assumono la responsabilità di essere considerati conniventi dell'aggressione subita dagli attivisti italiani e palestinesi sulla scalinata del Campidoglio.
La Rete Romana di Solidarietà con la Palestina ritiene che l'agibilità democratica nella nostra città rispetto alle manifestazioni per la Palestina, non possa essere subordinata né alle intimidazioni squadriste né all'inerzia delle Istituzioni.
Numerosi e documentati episodi di aggressioni si sono ripetuti in tutti questi anni.
La Rete Romana di Solidarietà con la Palestina adotterà misure legali contro le false dichiarazioni rilasciate dal portavoce della Comunità Ebraica Romana secondo cui gli attivisti erano armati di catene e coltelli.
Esiste un video disponibile e le stesse telecamere di sicurezza della zona smentiranno clamorosamente queste dichiarazioni.
La Rete Romana di Solidarietà con la Palestina chiederà inoltre un incontro urgente con il Prefetto e il Sindaco di Roma affinché venga tutelato il diritto di espressione a sostegno della Palestina, nella nostra città, senza consentire impunità per nessuno.
Rete Romana di Solidarietà con la Palestina

Fonte: http://www.forumpalestina.org


TEHERAN DICHIARA LO STATO DI ALLERTA SUL SUO CONFINE OCCIDENTALE

Due settimane fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha adottato con voto diviso, la risoluzione 1929 che impone ulteriori sanzioni contro l'Iran.
Turchia e Brasile hanno votato contro, mentre il Libano si è astenutO nel consiglio di 15 membri. Gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno spinto fortemente a favore di sanzioni, facendo concessioni allo scopo di ottenere l'appoggio di Russia e Cina.
L'azione è arrivata dopo mesi di inutili sforzi per raggiungere un accordo negoziato tra l'Iran e il cosiddetto P5 [formato dagli Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia], e la Germania per quanto riguarda la questione nucleare. L'accordo dell'ultimo minuto mediato dalla Turchia e dal Brasile affinchè l'Iran consegnasse 1.200 chili di uranio a basso arricchimento non soddisfaceva gli Stati Uniti.

26 giugno 2010

Alemanno sul caso del soldato Shalit.... parole contro immagini!

Gianni Alemanno, che ha detto, alzando la voce, che "da quando il volto di Shalit campeggia sul Campidoglio gli ipocriti e i pacifisti a senso unico stanno lontani dalla piazza". Per il primo cittadino di Roma quel volto "non deve mai cessare di assillare le nostre coscienze".
Fonte: tgcom






La presidente della regione Lazio, Renata Polverini, ha sottolineato "l'affetto che ho per Israele e per chi si riconosce in quello Stato"







R
oma, 25 giu. (Adnkronos) - Nessun giudizio in merito alle responsabilita' delle persone coinvolte nei tafferugli che sono scoppiati ieri sotto la scalinata del Campidoglio, tra alcuni partecipanti alla manifestazione e giovani filopalestinesi, ma un invito alle comunita' palestinesi a non farsi strumentalizzare: sono alcune "osservazioni politiche" date oggi dal primo cittadino a margine della presentazione in Campidoglio delle variazioni di Bilancio 2010: "Non so cosa e' successo esattamente, questo spetta agli inquirenti definirlo e quindi non esprimo giudizi sulle responsabilita' pero' faccio una osservazione di carattere politico" [però] 
"Quando e' in atto una manifestazione di solidarieta' nei confronti di una persona che e' stata rapita - aggiunge Alemanno - e quando tutte le Istituzioni a cominciare dal Comune per passare dalla Regione e dalla Provincia, si sforzano di sottolineare il carattere umanitario di quella manifestazione, insieme alla comunita' ebraica che ha detto la stessa cosa e non il carattere di contrapposizione, non ha nessun senso, anzi e' molto pericoloso organizzare contromanifestazioni a poche centina di metri. Questo e' un errore politico, una provocazione che non andrebbe fatta".

Il primo cittadino conclude con una seconda osservazione: "Faccio un invito alla comunita' palestinese a non farsi rappresentare e strumentalizzare da persone che strumentalizzano la causa palestinese soltanto per ragioni ideologiche".
25/06/2010
adnkrons





25 giugno 2010

Ma quanto sono potenti le comunità ebraiche nel mondo?

Le varie comunità ebraiche nel mondo hanno un notevole peso politico, molto più di quello che dovrebbe dar loro la ... matematica, che poi è alla base del "gioco democratico" no?
Comunque questo è risaputo, vedi il caro sindaco di Roma Pacifici cioè volevo dire Alemanno..... mi confondo sempre, non si sa bene chi comandi in Campidoglio: credo di non aver quasi mai visto Alemanno senza Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma! Ultima apparizione "gemellare" in ordine temporale lo "spegnimento del Colosseo" per richiedere la liberazione del soldato israeliano Shalit, che non è stato "fatto prigioniero" durante un'operazione militare come è realmente successo, ma "rapito"..... cosa ribadita anche dal caro Fini in Israele.

Ora, in Italia ci sono 35.000 mila ebrei stando alle fonti delle organizzazioni ebraiche, su una popolazione di 60.000.000 milioni ..... dove voglio arrivare?

Dunque in India sta per uscire un film il cui soggetto è piuttosto inusuale per le produzioni di Bollywood, il titolo è decisamente esplicativo: Caro amico Hitler.
Fin qui niente di strano, nel mondo nel 2004 uscì il film La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, ci furono polemiche ma il film fu proiettato in tutte le sale; film godibile e decisamente ben fatto, che naturalmente NON ha generato manifestazioni di neonazismo e di apologie varie.
Orbene in India la "potente" comuinità ebraica è riuscita, con adeguate pressioni sull'opinone pubblica, a convincere il protagonista del film (quindi Hitler) Anupam Kher a non partecipare alle riprese.
Precedentemente, apprendo dall'articolo di Ynetnews.com, un ristorante ha dovuto cambiare il proprio nome da "Croce di Hitler" a "Croce cafè", l'articolo non ci dice se il proprietario del ristorante si chiamasse Hitler di cognome oppure si trattava di un simpatizzante, ma fin qui niente di troppo strano; poi la "crociata" contro una nuova linea di copriletto "nazista" con la croce uncinata nell'opuscolo promozionale. Anche qui non ho altre informazioni, non so se veramente la linea di copriletto si chiamasse veramente "nazista", ma una cosa la so: che lo swastika (è maschile) è un simbolo presente in India da millenni, molto prima che lo utilizzasse il NazionalSocialismo, rappresenta la ciclicità e altre cose delle quali non parliamo adesso. E' presente anche su diverse statue..... di Hitler? No, su quelle del Buddha!

L'enigma Brancher

La nomina di Aldo Brancher a ministro per l’Attuazione del federalismo e il nuovo, conturbante mistero politico italiano. E’ stato promosso con velocità fulminea, all’insaputa di tutti, imponendo un doppione creato dal nulla. Se ne sono mostrati sorpresi un ministro di primo piano (La Russa) e il capogruppo del Pdl al Senato (Gasparri). Bossi, il federalista per eccellenza e che per il federalismo ha una esplicita competenza di governo, ha accolto la notizia con una tale contrarietà da suggerirgli sul pratone di Pontida una pubblica e clamorosa sconfessione della scelta di Berlusconi. Perché tutta questa fretta? E che così impellente bisogno c’era di aggiungere il nome di Brancher a quelli della compagine ministeriale?

Goldman sa

La falla petrolifera da cui si spilla la marea nera nel Golfo del Messico risale davvero al 20 aprile 2010? È veramente da allora, dal giorno in cui una grande esplosione ha danneggiato la piattaforma semisommergibile Deepwater Horizon, che tutto è cominciato? Di certo, l’enormità del disastro ecologico si traduce - ogni giorno da quel giorno - in tanti nuovi dollari da far sborsare alla BP (British Petroleum). Chi possiede quelle azioni perciò le vende, perché nel firmamento del rating oggi hanno meno stelle di ieri, e domani ne avranno ancora meno di oggi.

Un mondo in guerra

Al di là dei conflitti principali e costantemente sottoposti all’attenzione dell’opinione pubblica, come nel caso dell’Iraq, dell’Afghanistan o dell’annoso conflitto arabo-israeliano, esistono nello scacchiere internazionale una serie di guerre di minore entità di cui quasi non si ha notizia: spesso si tratta di scontri che investono popolazioni le cui posizioni geografiche non interessano alle nazioni potenti, ne’ per interessi economici, ne’ per motivi strategici.


Tuttavia il fingere di non vedere tali conflitti è una grave responsabilità che ricade sull’ONU,oramai ridotto a portatore del “volere Usa – Israele, e su chi muove gli “eserciti portatori di pace”, specie se si pensa al pericolo che piccole scintille possono facilmente svilupparsi in incendi indomabili e di vaste proporzioni. Si pensi, ad esempio, al misconosciuto Ruanda del 1994, dove in soli 100 giorni le diatribe fra hutu e tutzi portarono, nel più completo disinteresse internazionale, a oltre un milione di morti: donne, uomini e bambini furono ammazzati e torturati a colpi di macete e di bastoni chiodati.

La marea nera delle corporation

La storia del buco sul fondo del Golfo del Messico è una delle vicende più istruttive degli ultimi anni. In essa si trovano riflesse le storture di un sistema economico dai tratti spesso demenziali, lo stato dei rapporti di forza tra economia e politica, la scarsa consapevolezza dei problemi ambientali, le differenze abissali e le incredibili similitudini tra i paesi più avanzati e quelli disperati, lo stato dei media e molto altro. Il buco che perde petrolio ci parla prima di tutto dell'irresponsabilità delle grandi corporation.

Alemanno devi spegnere il Colosseo per almeno 7.500 notti!!!

I prigionieri palestinesi attualmente nelle prigioni israeliane sono circa 7.500 . 37 sono donne, 15 deputati del Consiglio Legislativo (Clp). Tra queste cifre ci sono anche i bambini palestinesi detenuti da Israele: sono 330. 5,000 sono i prigionieri palestinesi perseguiti e condannati: 790 stanno scontando pluriergastoli. 1.900 sono i detenuti senza condanna perché, nella maggioranza dei casi, senza alcuna accusa. I palestinesi in detenzione amministrativa sono 290 dall’inizio del 2010. 9 palestinesi, provenienti dalla Striscia di Gaza, sono stati sottoposti alla "Legge del combattente illegale". Questa sera l'amministrazione comunale di Alemanno, subalterna come sempre alla lobby filo-israeliana, farà spegnere il Colosseo per ricordare un solo detenuto: il soldato israeliano Shalit, un militare catturato in zona di guerra e prigioniero da quattro anni nella Striscia di Gaza. Il Colosseo - per senso di elementare giustizia - dovrebbe allora rimanere spento tutte le notti da oggi per almeno venti anni, tanti sono i progionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane da anni.


Fonte: http://www.forumpalestina.org/

24 giugno 2010

Illuminarsi subito

Ovvero “tra il dire e il fare” di Claudio Lanzi


Senza voler essere catastrofisti, o lasciarci sfuggire la frase… “ai miei tempi”, non possiamo fare a meno di insistere sulla gravità dell’accelerazione spasmodica degli elementi dissolutivi di quest’epoca.

Purtroppo l’età porta ad un confronto, non tanto con energie od entusiasmi che non si hanno più (il che spiegherebbe il lasciarsi andare alle solite scemenze sui “giovani d’oggi”) quanto con le memorie di un “mos” desueto, di un ambiente totalmente stravolto nell’arco di un cinquantennio.

QUANDO SBOCCERA’ L’AZIONE DIRETTA?

Anais Nin una volta ha scritto ‘e venne il momento in cui il rischio di rimanere chiusi in un bocciolo era piu’ doloroso del rischio di fiorire’.
Penso alle sue parole e mi viene di chiedermi: 'Fino a quando possiamo sopportare questa situazione prima di passare all’azione diretta?’ Tanto per capirci qui di seguito un ‘piccolo’ elenco di quello che abbiamo gia’ sopportato senza protestare seriamente:

• Epidemia di malattittie prevenibili: cancro, malattie cardiache, diabete eccetera.
• Avvelenamento della nostra aria, acqua e cibo (incluso il latte materno).
• Riscaldamento globale, cambiamento climatico, api che spariscono, distruzione della foresta pluviale, impoverimento del suolo, acidificazione degli oceani, pesca indiscriminata eccetera.

IL BARATRO KIRGHISO

Guerra civile. O conflitti interetnici, come si suole dire in maniera più morbida per non far apparire la tragedia nella sua più estrema drammaticità. La situazione in Kirghizistan è forse ora più tranquilla a dieci giorni dall‘esplosione degli scontri nel sud del Paese, ma sta prendendo contorni decisamente peggiori rispetto ai sanguinosi precedenti del 1990. Allora, poco prima che l‘Urss collassasse su se stessa, intervenne Mosca per mettere fine alle tensioni tra kirghisi e uzbeki nella valle di Fergana e i morti furono 300. Oggi,stando alle parole della presidente ad interim Rosa Otunbayeva le vittime sarebbero circa 2.000. A queste si aggiungono i profughi che secondo l‘Onu si aggirano intorno ai 400.000.

Sindrome vietnamita?

Afghanistan, giugno 2010: trentamila soldati in più, un generale in meno e l’offensiva che non c’è

Qualche giorno fa, parlando al Senato degli Stati Uniti sui tempi del ritiro dall’Afghanistan, il sottosegretario alla Difesa, Michelle Flournoy, aveva detto che tutto sarebbe dipeso dalla valutazione della situazione sul campo, di competenza esclusiva del comandante McChrystal.
Da oggi, però, McChrystal è dimissionario. Forse Obama vorrà respingere le dimissioni*, ma sarebbe solo un rattoppo del tutto insufficiente a coprire le radici di uno scontro “militari-politici” che richiama alla memoria la fase finale della guerra in Vietnam.

Zimbabwe, la congiura dei diamanti

Un dittatore vecchio e stanco e una corte che trama nell'ombra. Una battaglia sotterranea in cui risulteranno centrali le miniere di Marange

E se il dittatore non fosse che un fantoccio spaventato? Se l'uomo che da 30 anni governa lo Zimbabwe con il pugno di ferro fosse rimasto prigioniero nella morsa del suo stesso pugno? Ci sono ombre che si muovono alle spalle di Robert Mugabe, ombre che tramano contro il governo di unità nazionale e che hanno dalla loro il controllo di un settore strategico di vitale importanza, quello dei bacini diamantiferi, l'unica linfa vitale di un Paese prossimo al tracollo.

Nikola Tesla: quel lampo di genio che fece la storia

Tra pochi giorni (10 luglio) ricorre l'anniversario della nascita di Nikola Tesla, colui che - oltre un secolo fa - ha scoperto la corrente alternata, inventato la radio prima di Marconi, sperimentato una macchina che generava terremoti e realizzato mille piccole e grandi invenzioni su cui si basano moltissime delle tecnologie contemporanee. Cerchiamo di saperne di più con Massimo Teodorani.

Quando si pensa alle grandi menti che hanno illuminato il nostro passato il pensiero corre a Einstein, Leonardo, Marconi o altri, ma in pochi pensano a Nikola Tesla. Eppure, il geniale inventore nato il 10 luglio 1856 in Serbia ha influito sul nostro modo di vivere molto più di altri celebrati scienziati. Tra pochi giorni ricorrerà l'anniversario della sua nascita e abbiamo deciso di cogliere l'occasione per intervistare Massimo Teodorani, autore del libro “Tesla – lampo di genio” che ha ripercorso con noi le vicende dello scienziato e le sue invenzioni ed intuizioni, spesso dimostratesi efficaci e persino profetiche.

Eugenio Tabano: Per l’Imam Khomeini la valorizzazione della cultura irano-islamica passava attraverso l’indipendenza, la fiducia in sé e il rifiuto della dominazione esteriore.

Intervista a Eugenio Tabano, studioso e traduttore italiano sul tema "la modernità nella visione dell’Imam Khomeini", defunto padre della Repubblica islamica.

Il 20 maggio scorso si è tenuto all’università L’Orientale [Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ] di Napoli una conferenza dove si è parlato sul tema "La modernità nella visione dell’Imam Khomeini". A questo proposito, in occasione dell’anniversario della dipartita del Padre della Repubblica islamica (4 giugno), abbiamo parlato con Eugenio Tabano, studioso e traduttore italiano.

GASDOTTI E GEOPOLITICA

L’ingresso della francese Électricité de France nella joint venture South Stream AG - Consorzio di cui sono patrocinatori Eni e Gazprom, volto alla realizzazione dell’infrastruttura di gasdotti che attraverserà il Mar Nero per sbucare nell’Italia del sud e in Austria - è cosa fatta.


EDF, operatore energetico e maggiore produttore e distributore di energia d’Oltralpe, è dunque il terzo partner tra i due colossi degli idrocarburi italiano e russo in questo ambizioso piano di lavoro e di sviluppo delle rotte dell’oro blu che segneranno il prossimo futuro energetico del continente. Il progetto è stato concepito per rendere più agili i rifornimenti di gas alla Vecchia Europa, aggirando quei paesi extracomunitari non abbastanza affidabili (vedi l’Ucraina) i quali, già in altre occasioni, sono stati al centro di dure liti con Mosca (a causa di bollette non onorate e dell’indebita sottrazione di materia prima) che hanno rischiato di ripercuotersi sui bisogni dei cittadini europei.

Israele e la politica di ambiguità

Il programma nucleare israeliano è uno dei segreti più “pubblici” della politica internazionale contemporanea. Sono in molti a ritenere che Israele sia la sesta potenza nucleare su scala globale anche se è possibile affermarlo solamente in via non ufficiale.

Israele conduce una politica di ambiguità (o opacità) rispetto al suo programma nucleare, da una parte rifiutandosi di chiarire a che stadio di sviluppo sia, dall’altra evitando di rilasciare dichiarazioni ufficiali rispetto alle finalità e potenzialità dello stesso. “Israel will not be the first country to introduce nuclear weapons into the Middle East”, recita una celeberrima frase dell’ex-primo ministro israeliano Levi Eshkol, ottimo esempio della vaghezza dell’atteggiamento di Tel Aviv in merito al nucleare.

L'UE SOSTIENE LE MULTINAZIONALI CHE VIOLANO I DIRITTI NEI PAESI POVERI

Il giudice del Tribunale Supremo spagnolo, Perfecto Andrès Ibañez, ha presieduto il TPP, dove sono state denunciate, per violazione dei diritti sociali e ambientali, più di 40 multinazionali.


Diagonal: Che validità ha la sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli?

PERFECTO ANDRÉS IBÁÑEZ: Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) raccoglie un’esperienza storica dei tribunali organizzati da Bertrand Russell, uno sul Vietnam ed un altro sull' America Latina, 40 anni fa. Quello che il Tribunale si prefigge è di farsi eco di situazioni di ingiustizia che si verificano in qualsiasi parte del mondo che non sono ben accolti in istituzioni ufficiali. Il TPP tratta le denuncie dei procedimenti simili al giudiziale ma non è ufficiale. Le denuncie acquistano visibilità perché si dà voce alle vittime e si fanno conoscere all’opinione pubblica. E’ un tribunale di coscienza.

Israele, tra laicità e religione

La questione della discriminazione del sistema educativo degli ultra ortodossi contro le ragazze mizrahi di Immanuel ha posto il governo e l'applicazione della legge davanti ad un test

La condanna di 74 coppie di genitori ashkenaziti ultra ortodossi della colonia di Immanuel, colpevoli di aver discriminato le compagne di scuola mizrahi (originarie dei paesi medio orientali) delle loro figlie, continua a scatenare polemiche. Ieri lo Stato ha decretato che 22 delle madri condannate saranno esentate dallo scontare le due settimane di carcere previste. La decisione è arrivata dopo la richiesta presentata dalle donne per poter badare ai figli mentre i padri si trovano in prigione da giovedì scorso.

23 giugno 2010

Convegno su terrorismo e medio oriente venerdì 25/6 a Roma

Master Enrico Mattei
in Vicino e Medio Oriente
Università degli Studi di Teramo

TERRORISMI E MEDIO ORIENTE:
VECCHIE E NUOVE INTERPRETAZIONI
Politologi, giornalisti, operatori giuridici di diverse “scuole” a confronto

SALUTI
Francesco Bonini
Direttore del Dipartimento di Storia, Università di Teramo

PROBLEMATICHE GENERALI: ANALISI E PRINCIPI

Augusto Sinagra
Avvocato internazionalista, professore ordinario Università La Sapienza
Terrorismo e Resistenza nel Diritto Internazionale

Giovanni Fasanella
Panorama, giornalista e saggista
Il terzo giocatore: il ruolo di Francia e Inghilterra


Il CASO ITALIA: UNA REVISIONE NECESSARIA?

Eric Salerno
Giornalista e saggista
L'Italia a sovranità limitata:il caso Israele

Claudio Moffa
Università di Teramo
Il caso Mattei e la centralità della questione arabo-israeliana

Giuseppe De Lutiis
Sociologo, esperto di terrorismo
Il caso Hyperion nel quadro internazionale

Rosario Priore
Giudice, inchiesta Aldo Moro
Il caso Moro, il cervello parigino, le connessioni mediorientali


L'11 SETTEMBRE E AL QAEDA: FATTI E MISTERI
DELL'EVENTO CHE HA CAMBIATO LA STORIA DEL MONDO
 
Maurizio Blondet
Giornalista, saggista
L’11 settembre dieci anni dopo: i fatti certi e le contraddizioni delle inchieste
 
Andrea Margelletti
Presidente del CESI – Centro Studi Internazionali
Come Al Qaeda ha progettato ed eseguito l'attentato alle Torri Gemelle
 
 
TERRORISMO e SICUREZZA
 
Giuseppe Murano
Sociologo, esperto in Sicurezza
Tecniche e problematiche della questione “sicurezza”
 
Nino Marazzita
Avvocato e docente di Diritto
Sicurezza e libertà civili tra antinomia e compatibilità
 
Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini"
Sala degli Atti parlamentari
Piazza della Minerva 38 - Roma
 
Per prenotazioni (obbligatorie, indicando nome e cognome) mastermattei.unite@tiscali.it oppure 377-1520283 – 4 crediti per gli avvocati (Ord.TE)

L'attacco alla statunitense USS Liberty da parte degli Israeliani.

La USS Liberty era una nave spia della marina degli Stati Uniti , su questo concordano tutti; si trovava l'8 giugno del 1967, durante la Guerra dei sei giorni, in acque internazionali al largo della costa di ..... Gaza, faceva parte della Flotta di un paese amico di Israele, anzi "il più amico": gli USA. La sua missione era quella di registre le comunicazioni radio israeliane ed egiziane.
Identificata dalla marina israeliana, in un primo momento agì indisturbata in quanto gli USA oltre ad essere amici di Israele erano neutrali in quella guerra e la nave, lo ripeto, si trovava in acque internazionali (come la Mavi Marmara;  per il confronto tra i due attacchi vedi qui). Venne sorvolata più volte, almeno una decina di passaggi, dagli aerei israeliani ed identificata come nave amica: batteva bandiera a stelle e strisce!

Israele vs USS Liberty e Freedom Flotilla: stessa violenza, stessi obiettivi.

Di Harmony Grant Daws.
Grazie ad Internet, l’attaccio terrorrista israeliano contro la nave turca Mavi Marmara è stato visto da molti e, in parte, è sfuggito ai tentativi di censura.
Il suo precedente risale a 43 anni fa, l’8 giugno 1967 quando le forze aeree e della marina israeliana attaccarono una nave americana facendo ricordo a bombardamenti e torpedinieri.
Si trattava di USS Liberty, una nave statunitense, attaccata da Israele in acque internazionali; il Congresso non indagò mai sull’accaduto.
Tra gli aspetti in comune ai due attacchi, s’individua immediatamente che entrambe le operazioni furono eseguite in acque internazionali, il ricorso israeliano ad armi pesanti e violenza, processo di diffamazione sui passeggeri testimoni oculari e conduzione di indagini unilaterali e limitate.

Lo scontro etnico in Kirghizistan all’ombra del Grande Gioco del XXI secolo

Con la violenta esautorazione del governo Bakiev, a reggenza temporanea del Kirghizistan è stato nominato il governo ad interim di Roza Otunbayeva, immediatamente riconosciuto e sostenuto dalla dirigenza russa. Alcuni analisti hanno visto, dietro il crollo della precedente amministrazione kirghisa, la mano del Cremlino, particolarmente contrariata dal prolungamento del contratto stipulato da Biškek con Washington al fine di mantenere una base militare americana a Manas. Mosca considera il Kirghizistan come una sua “sfera di influenza”, non ammettendo quindi alcun tipo di ingerenza straniera sul territorio.

“Strategia della tensione” contro la Turchia

E’ in corso una guerra, “a bassa intensità” ma alquanto sanguinosa, che sembra non attirare più l’interesse dei grandi mass media occidentali: quella che flagella la zona di confine tra Turchia e Iraq, da una parte e dall’altra, con attentati terroristici e bombardamenti.
Nell’ultimo fine settimana, 12 militari turchi uccisi; lo stesso giorno dei fatti della Mavi Marmara un missile lanciato dai terroristi a Iskenderun aveva provocato 7 morti fra i marinai di quella base navale. Bombardamenti turchi sulle basi del PKK situate nel nord Iraq hanno causato decine di vittime.

Spagna, licenziare è un affare

La riforma del lavoro al vaglio del parlamento, il governo perde l’appoggio di un deputato socialista

Zapatero si accinge a passare alla camera dei Deputati per l’approvazione della sua riforma del lavoro, che la settimana scorsa aveva approvato per decreto e che ora, sottoposta alla ratifica parlamentare, in caso di approvazione si potrebbe trasformare in un progetto di legge. In caso contrario il testo decadrebbe e cesserebbe di essere in vigore. Ma il premier spagnolo si gioca molto di più perché ancora una volta arriva a una votazione in una situazione limite, nella quale si dovrà andare alla conta dei voti nella speranza dell’appoggio in extremis di qualche partito su una riforma che non è di secondaria importanza, per cui, in caso di mancata approvazione, il governo potrebbe incassare una sconfitta politica tale da mettere in gioco la sopravvivenza stesssa della legislatura.

Pomigliano. Sconfitta di Marchionne (1673 no su 4642)

I no al decreto Marchionne sono stati numerosissimi, assai di più di quanto fosse lecito aspettarsi da un evento svoltosi in un clima di pesante intimidazione con il ricatto della chiusura dello stabilimento fonte del lavoro e della vita di cinquemila lavoratori e delle loro famiglie. Accanto alla Fiat si erano e sono tuttora schierati i massimi calibri del governo e della politica italiana da Bersani a D'Alema a Sacconi e la Confindustria non ha mancato di coprire tutta l'operazione non solo con intenso traccheggio con i partiti e i maggiorenti della Oligarchia ma anche con i ripetuti insulti della signora Marcegaglia ai lavoratori. Qualcuno dei pennivendoli più servizievoli della Fiat si è spinto financo a tacciare gli operai come ladri. I no sono oltre un terzo dei votanti: 1673 su 4642.

22 giugno 2010

UN ALTRO MONDIALE PERSO PER GOLEADA

L’altra faccia del mondiale.
Il mondiale di calcio nasconde tutto quello che il capitalismo vuole: l’attacco sionista al convoglio con aiuti umanitari, le sanzioni all’Iran, le svalutazioni in America Latina, l'avanzando degli Usa nella destabilizzazione di tutto ciò che possono nel mondo, e certamente, la povertà mondiale, la disoccupazione in Europa; e gli europei mangiano spazzatura come si mostrava ieri nell’articolo di InSurGEnte.

Ma esistono persone che continuano a lottare per (almeno) mostrare al mondo le condizioni nelle quali sopravvive, mentre altri spendono enormi quantità di denaro in un Circo installato (oggi) in SudAfrica. Ma questo circo…. è solo una funzione.

L’avanzata dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) può cambiare il mondo?

Chems Eddine Chitour, Mondialisation.ca 23 aprile 2010
Chitour, l’autore del presente articolo, è il solito esponente intellettuale francese rimasto orfano dell’ormai appassita grandeur di Parigi. Sebbene utile come articolo d’informazione, esso medesimo, nella parte finale, fa da spia del retropensiero di questi presunti nemici della globalizzazione e dell’imperialismo.  Come ha mostrato Hillard, attaccando abusivamente alle vesti lise della grandeur français, l’etichetta di vittima del ‘Gran Complotto Mondiale’ stampata negli ambienti dell’estrema destra statunitense. L’americanizzazione, o meglio, la subordinazione pro-USA negli ambienti intellettuali europei, è oramai assai profonda. E forse fa parte del suo codice genetico. Tant’è che anche chi si dipinge da contestatore dell’ordine esistente, come appunto Chitour, in fondo rivela che un reale e radicale mutamento di questo stesso ordine gli incute paura. Da ciò, per esempio, l’auspicata possibilità che i paesi del Maghreb aderiscano all’iniziativa Euro-Med, sostenuta casualmente da Sarkozy. O l’enfasi sulle differenze sull’idea di democrazia presenti tra i BRIC, o il sottilmente desiderato ‘timore’ dell’autore che i BRIC si adeguino al Club occidentale, tradendo gli ideali No-Global, in verità sì propagandati da Lula, ma non di certo dagli altri componenti al BRIC. Oppure, non è impossibile riconoscere una riflessione, implicita e freudiana, sulla posizione della Francia nel mondo che si va formando, nella battuta fatta da Chitour sulla Russia quale ‘grande potenza per un giorno’ a Praga, durante la firma per lo START III. Raffronto dettato dalla smemoratezza che colpisce anche i francesi.

Alla vigilia della svolta

Aynak e Haji Gak sono due miniere: Aynak è la seconda miniera di rame più grande del mondo, mentre Haji Gak è una miniera di ferro. Entrambe si trovano nei dintorni di Kabul e sono state acquistate dalla China Metallurgical Group Corporation. Il gruppo metallurgico statale cinese vi avrebbe investito 3,5 miliardi di dollari US per farle entrare in regime di produzione nel 2011. Gli impianti estrattivi sono sorvegliati da 1500 poliziotti addestrati dai giapponesi, e saranno coadiuvati dalle forze ISAF e ‘Enduring Freedom’. Gli USA erano piombati sull’Afghanistan per creare un cuneo strategico puntato al cuore dell’Eurasia e per impiantare delle reti di pipelines con cui dissanguare le risorse del Turkestan ex-sovietico.
Oggi, più mestamente, il Pentagono e Obama si ritrovano a fare la guardia a un bidone tutt’altro che vuoto, ma di proprietà cinese.

Giornata mondiale del rifugiato: inalienabilità del diritto al ritorno dei profughi palestinesi

Damasco - Pal-Info. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, 'Ezzat al-Rishq, membro dell'Ufficio politico di Hamas, si è espresso in merito al 'diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi'.


"Si tratta del diritto di fare ritorno alle case da cui i profughi palestinesi furono scacciati nel 1948. È un diritto inalienabilenon cadrà mai in prescrizione e la resistenza proseguirà in nome di questo diritto. Qualunque accordo che mini la liceità del diritto al ritorno dei profughi palestinesi sarà inaccettabile. Il diritto al ritorno appartiene a tutte le generazioni di palestinesi: da chi fu violato direttamente nella propria sovranità - scacciato dalla propria abitazione e dalla terra natia - ai giovani palestinesi di oggi. Operazione resa possibile dal terrorismo sionista".

ANCORA POMIGLIANO

Alcuni hanno voluto assimilare, nel suo significato storico, la marcia dei 5000 a Pomigliano a quella di 30 anni fa dei 40.000 della Fiat a Torino. Con la differenza, considerata decisiva e indice di una “positiva” svolta storica, che allora marciarono i soli quadri, oggi questi ultimi assieme ad operai. Una specie di realizzazione, detto ironicamente, della previsione marxiana circa la formazione del lavoratore collettivo cooperativo od operaio combinato (“dall’ingegnere all’ultimo manovale”); non più però contro il capitale, ma a favore dell’ormai “eterna forma razionale” del produrre in società, tutti fieri in perfetta armonia nel desiderio di contribuire al profitto aziendale, coincidente nella testa di molti (troppi) con il vantaggio collettivo, d’insieme.

Compagno padrone

Breve storia del sodalizio tra la sinistra di stato e Marchionne


«Sin dall' avvento dell' era Marchionne la sinistra, persino quella cosiddetta alternativa, ha subìto il fascino dell' amministratore delegato della Fiat. Fausto Bertinotti ne tesseva le lodi. Lo collocava tra i «borghesi buoni» e non aveva paura di dichiarare apertamente: “Mi piace”».
(Corriere della Sera del 16 giugno 2010)

Tutto vero. Era solo qualche anno fa. In prima linea tra i fans di Marchionne c’era infatti proprio Bertinotti. Eravamo ai tempi del secondo governo Prodi, quando l’in-Fausto era Presidente della Camera e raccomandava ai suoi di pubblicare su Liberazione un discorso del “compagno padrone” della FIAT. Memorabile a tal proposito la sua intervista proprio a Liberazione del 30 luglio 2006, nella quale l’apologia di Marchionne come “borghese buono” era inscritta nella prospettiva della «alleanza con quel pezzo di borghesia che è disposta ad andare oltre il liberismo» (sic!)

DAL MARE DI GAZA UNA LEZIONE PER L'EUROPA

In un intervento del magistrato Agnoli per Identità Europea, i crimini israeliani e l'indecente "pompaggio pubblicitario" di Rai News 24 di Corradino Mineo a favore di Fiamma Nirenstein e soci. Israele all'assalto perenne del diritto internazionale.
La lobby trasversale, protetta dai vertici dei due schieramenti, all'assalto delle libertà costituzionali

Mi è stato chiesto di collaborare con uno scritto alla prima e inaugurale uscita del rinnovato “sito” di Identità Europea, in particolare commentando il sanguinoso attacco dell'esercito e della marina israeliana alla “Freedom Flotilla”, il piccolo gruppo di sei navi, battenti in maggioranza bandiera turca, ma noleggiate da organizzazioni pacifiste internazionali con l'intento di portare soccorsi umanitari (soprattutto medicinali e sanitari al milione e cinquecentomila palestinesi tenuti rinchiusi da Israele nella prigione a cielo aperto di Gaza).

Non siate tristi... è un grande risultato

E' certo che Benyamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ed i membri dell'estrema destra del suo governo non immaginano quanto sia grande la vittoria che hanno regalato al popolo palestinese ed alle nazioni arabe e musulmane commettendo il massacro di “Freedom Flotilla” nel mar Mediterraneo, uccidendo una ventina di attivisti e ferendone decine.


E' vero che abbiamo perso venti martiri in maggioranza turchi, ma abbiamo guadagnato settanta milioni di turchi alla principale causa musulmana, i quali hanno preso posizione con forza.

Il sangue turco ha stretto insieme le loro controparti algerina, palestinese e di più di cinquanta nazionalità diverse provenienti da tutto il mondo islamico e non; questo sangue è stato il detonatore per un risveglio massiccio in tutta la Turchia ed esibirlo potrebbe spingere molti a chiedere vendetta.



I massacri perpetrati da Israele, sia in terra, a Ghaza, che in mare, intercettando navi di aiuti umanitari, equivalgono alle decine di anni di sforzi e alle centinaia di miliardi che gli arabi ed i musulmani avrebbero potuto spendere per mostrare il volto sanguinario e l'arroganza degli israeliani a tutto il mondo.


21 giugno 2010

Riecco il condono edilizio!

Ci siamo è di oggi la notizia riportata da Il Messaggero Manovra, torna il condono edilizio. Il Pd: inaccettabile, danni enormi=
Dunque: si riaprono i temini del condono del 2003 anche per gli abusi compiuti in aree sottoposte a vincoli paesaggistici, più precisamente quegli abusi realizzati "in aree sottoposte alla disciplina di cui al codice dei beni culturali e del paesaggio". Purchè la costruzione sia stata effettuata entro il 31 marzo 2010, ma come dicevo nel mio post precedente (condoni condoni ed ancora condoni) chi controlla? Con i pochi controlli fatti sono state scoperte case costruite nel 2004/2005 e condonate ....... nal 2003!
Ma non è finita, il bello deve ancora venire! Udite udite....... sono sanabili anche quegli abusi per i quali i comuni avevano già dato parere negativo.....
Poi vediamo.. a si: torna la proposta di sospendere la demolizione degli immobili abusivi in Campania.
Non solo "sacco di Roma" (per quello c'è Alemanno)...... ma sacco dell'Italia.
Vi saluto, vado a sopraelevare sul mio balcone..... tanto poi condono...

Big Bruxelles ti osserva

De Standaard
Bruxelles
L’Unione europea è all’avanguardia nel controllo dei dati personali nel nome della sicurezza. Ma se per alcuni le nuove tecnologie ci proteggono, altri temono lo sguardo indiscreto delle multinazionali e del potere.
"Il rispetto della privacy? É un concetto del ventesimo secolo", dice Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che vende i profili dei suoi utenti alle aziende. Google non è da meno: vi segue ogni volta che navigate in rete per poi bombardarvi di pubblicità mirate. Anche le autorità, che dovrebbero essere garanti della nostra privacy, ne approfittano. Pare che la Cia stia raccogliendo informazioni su politici, giornalisti, universitari, ong, critici e opinion-leader non soltanto da Facebook, ma anche da Twitter, Flickr, Amazon e parecchi altri siti.

Le guerre del tantalio

L'abbondanza o la scarsità delle materie prime richieste dalle tecnologie dominanti è da sempre uno dei fattori che determinano la sorte delle civiltà e le loro mosse in campo internazionale. Le riserve interne di ferro e carbone, per esempio, consentirono all'Inghilterra di lanciarsi nella rivoluzione industriale evitando le guerre per il controllo delle aree minerarie che dissanguarono l'Europa centrale, per poi spingerla a costruire l'immenso impero britannico d'oltremare per rifornire di cotone le sue industrie tessili. Per non parlare degli Stati Uniti e del petrolio.


Data anche la ristrettezza del suo territorio, l'Europa non è mai stata particolarmente fortunata sotto questo aspetto. Ma il problema sembra destinato ad aggravarsi. Un rapporto pubblicato il 17 giugno dalla Commissione europea segnala che il continente sta andando incontro a un'acuta carenza di 14 materie prime essenziali per lo sviluppo delle tecnologie d'avanguardia: antimonio, berillio, cobalto, spatofluoro, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, niobio, platinoidi, terre rare, tantalio e tungsteno. Oltre a mancare nel suo sottosuolo, tali risorse sono concentrate in paesi che sono o rivali commerciali e strategici (Cina, Russia, Brasile, India) o estremamente instabili (Repubblica democratica del Congo, Rwanda).

Internet, blog e libertà: Obama vuole il tasto off

All’esame del Senato un progetto di legge che dà al presidente il potere di bloccare l’attività del web. Lo scopo: proteggere gli Stati Uniti da possibili attacchi informatici. Ma gli internauti insorgono.

Immaginate una mattina, come tante altre. Avviate il computer, digitate un indiriz­zo familiare, come google.com. Ma qualcosa non va. Ap­pare una schermata: «Connes­sione impossibile». Pensate a un errore, verificate il cavo, la linea ad alta velocità. Tutto ok. Provate con un altro sito yahoo.com. Niente. E un altro e un altro ancora. Sempre niente. Pensate a una falla cir­coscritta. Ma poi accendete la radio e scoprite che il silenzio del web è mondiale. E che a de­ciderlo è stato Barack Obama. Una scena degna di un film di Hollywood. Eppure tutt’al­tro che fantasiosa. Mentre il mondo parla della crisi del­l’euro, della marea nera e, na­turalmente, dei mondiali di calcio, il Senato americano esamina un progetto di legge rivoluzionario. E inquietante. Lo ha presentato il senatore democratico Joe Lieberman. Tratta della necessità di pro­teggere gli Usa da possibili at­tacchi informatici. Preoccupa­zione legittima e condivisa dal­lo stesso Obama. Gli attacchi telematici rappresentano una delle nuove armi delle cosid­dette «guerre assimmetri­che », che già caratterizzano al­cuni conflitti geostrategici. Il problema, però, è che Lie­berman, anziché sollecitare il potenziamento di barriere tec­nologiche anti- hacker, propo­ne una soluzione estrema, mai contemplata fino a oggi. Il potere di spegnere Internet. Con un clic. In caso di emergenza, il pre­sidente degli Usa avrebbe la fa­coltà di obbligare i maggiori provider e i siti di interesse strategico (dunque pratica­mente tutti quelli più usati nel mondo come Google e Yahoo) a interrompere ogni at­tività.

Il caso di Helen Thomas e la diplomazia di Obama

A novant’anni e dopo aver per decenni collaborato con la Casa Bianca, Helen Thomas si è vista costretta a dimettersi dopo le dichiarazioni scottanti che ha rilasciato su Israele. La giornalista ha infatti affermato che gli israeliani stanno occupando illegittimamente il suolo palestinese. La soluzione per la Thomas? Che gli israeliani tornino in Polonia, in Germania o ovunque ritengano opportuno. Le affermazioni della giornalista hanno scatenato numerose polemiche così da vedersi costretta al ritiro dopo 50 anni di onorata carriera.

Il simbolismo della scala














Albrecht Dürer, Melancolia I. Particolare.


Abbiamo già accennato in precedenza al  simbolismo che si è conservato fra gli Indiani dell’America del Nord, e secondo il quale i diversi mondi sono rappresentati da una serie di caverne sovrapposte e gli esseri passano da un mondo all’altro salendo lungo un albero centrale. Un simbolismo simile si trova, in vari casi, realizzato da riti nei quali il fatto di arrampicarsi su un albero rappresenta l’ascensione dell’essere lungo l’«asse»; tali riti sono sia vedici sia «sciamanici», e la loro stessa diffusione è un indizio del loro carattere veramente «primordiale».

Biocarburanti: Verdi ma non troppo

16 giugno 2010 Trouw - Amsterdam
La Commissione europea ha introdotto una nuova certificazione per i biocarburanti per evitare la deforestazione. Ma non basta: per evitare danni collaterali bisognerà tenere conto di moltissimi altri fattori.
Per produrre biocarburante bisogna spesso abbattere foreste per fare spazio alle coltivazioni necessarie. Per questo è difficile parlare di sostenibilità. Per cercare un rimedio, la Commissione europea ha annunciato questa settimana  l'adozione di una certificazione per il "vero" biocarburante sostenibile. Ma l'iniziativa di Bruxelles tiene veramente conto di tutte le obiezioni sollevate in merito?

Non sempre, afferma Jan Ros, responsabile del settore bioenergia

Enel assalta la Patagonia

'L'Enel in Patagonia è di una aggressività feroce e il mega-progetto Hydroaysen che prevede la costruzione di cinque centrali idroelettriche trasformerà la regione dell'Aysen da riserva di vita a pila di Santiago e dell'industria mineraria del nord'

"L'Enel in Patagonia è di una aggressività feroce e il mega-progetto Hydroaysen che prevede la costruzione di cinque centrali idroelettriche punta a trasformare la regione dell'Aysen (Cile meridionale) da riserva di vita a pila di Santiago e dell'industria mineraria del nord del paese". Juan Pablo Orrego, vincitore nel 1998 del Right livelihood award, considerato il Nobel alternativo, e uno dei leader del Consiglio di difesa della Patagonia (Cdp), non ha dubbi: il Cile non ha bisogno delle dighe e il progetto è un business per le imprese, a spese dell'ambiente e dei cittadini della regione.

20 giugno 2010

L’ecocidio del golfo e i trucchi velenosi della Bp

Meglio i pesci morti per il disperdente [*], che le tartarughe e gli uccelli imbrattati di petrolio e trasmessi dalle tv. Sul Los Angeles Times Michael Brune, il direttore di Sierra Club ed esperto di petrolio e carbone, scrive: «Quello che ho visto volando sopra le acque del golfo mercoledì, e ciò che abbiamo tutti guardato in televisione nelle ultime due settimane, non è uno sversamento, é un’esplosione infinita di fango tossico, un mostro rivoltante di fanghi velenosi che potrebbe presto ricoprire un parco nazionale, più di una dozzina di rifugi della fauna selvatica e centinaia di miglia di costa, forse strisciando fino alle fragili Florida Keys e all’Eastern Seaboard».

Libertà secondo capitalismo

di Antonio Catalano
Marchionne: «Senza accordo Pomigliano chiude».
Sacconi: «Pomigliano è la risposta al rattrappimento produttivo».
Brunetta: «La Fiom si oppone all’accordo perché difende fannulloni ed opportunisti».
Sacconi: «L’accordo di Pomigliano è un punto di svolta nelle relazioni industriali. Lo ricorderemo come un passaggio importante e dimostra che da oggi questo Paese e’ ancora più moderno perché si e’ adeguato alla competizione». «Vale più questo accordo di molti incentivi perché non c’è incentivo finanziario che possa compensare un disincentivo normativo», prosegue prima di salire sul palco del convegno dei giovani imprenditori.
Tremonti: «Troppe regole bloccano l’economia. L’accordo Pomigliano è un esempio per tutti».

"I problemi al pozzo erano noti Bp nascose il dossier segreto"


Un rapporto degli ingegneri della società aveva messo in dubbio la sicurezza della piattaforma esplosa. Notati già un anno fa i difetti al rivestimento del tubo e alla valvola per prevenire fughe di gas
WASHINGTON - Da alcuni documenti interni alla BP risultano inequivocabili gravi problemi e molte preoccupazioni legate alla sicurezza della piattaforma di trivellazione Deepwater Horizon molto prima di quanto la società petrolifera stessa abbia riferito al Congresso la settimana scorsa.

I problemi interessavano il rivestimento della tubazione del pozzo e la valvola ausiliaria anti-esplosione, elementi rivelatisi ad alta criticità nella spirale di eventi che ha portato al disastro della piattaforma. Dai documenti risulta infatti che già a marzo, dopo varie settimane di problemi sulla piattaforma, BP era alle prese con grosse difficoltà e nello specifico con una perdita di "controllo del pozzo". Ben undici mesi prima, per di più, già aveva coltivato preoccupazioni in merito al rivestimento del pozzo e alla valvola ausiliaria anti-esplosione.

È la natura che si ribella all' uomo Obama deve dire addio al petrolio

«LA moratoria annunciata da Obama non basta. Non si può stare fermi ad aspettare che il peggio sia passato per poi ricominciare a tirar fuori il greggio come se niente fosse. Siamo di fronte al più grave disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti: è l' ultimo campanello di allarme, ignorarlo vorrebbe dire assumersi una responsabilità gravissima. Quando si agisce contro la natura, la natura si ribella». Pascal Acot, ricercatore presso il Centre National de la Recherche Scientifique e storico dell' ecologia, guarda con grande preoccupazione a quello che sta succedendo nel Golfo del Messico, mentrei tentativi di arrestare la marea nera falliscono uno dopo l' altro. 

19 giugno 2010

Bloody Sunday, l’Inghilterra ammette: feroce massacro

“I can’t believe the news today”: non posso credere alle notizie, oggi, cantavano gli U2. Bloody Sunday, domenica 30 gennaio 1972. A Derry, il primo battaglione del reggimento paracadutisti britannico aprì il fuoco contro una folla di inermi, manifestanti per i diritti civili, colpendone 26. Tredici erano giovanissimi e morirono sul colpo, uno morì quattro mesi più tardi. A quasi quarant’anni di distanza, la Gran Bretagna ammette: fu un’infamia dell’esercito inglese a insanguinare uno dei giorni più infausti e traumatici per l’Irlanda del Nord. Un atto di barbarie, senza possibili attenuanti, deciso a freddo per assassinare la protesta.

Islanda diventa ufficialmente 'porto franco' per la libertà d'informazione

La proposta di Wikileaks è stata approvata all'unanimità dal parlamento di Rejkiavik

Il parlamento islandese ha approvato la proposta diWikiLeaks, nota come Modern media initiative, per trasfromare il paese nordico in un porto franco per il giornalismo investigativo. L'iniziativa di WikiLeaks, sito internet che pubblica documenti governativi e aziendali riservati, ha l'obiettivo di creare un'area dove vi sia piena libertà d'informazione e dove sia garantita la protezione agli informatori dei giornalisti. I parlamentari islandesi hanno aderito al progetto con 50 voti favorevoli, zero voti contrari e un'astensione.
La Modern media initiative "potrebbe rappresentare un catalizzatore per una riforma legislativa sulla libertà d'informazione che è necessaria a livello globale", recita il sito Index on Censorship. Secondo la parlamentare europea ed ex magistrato Eva Joly, "la mozione stimola l'integrità e la trasparenza da parte dei governi." L'Islanda potrebbe presto diventare, quindi, il fulcro delle attività dei media internazionali digitali, editori, banche dati, e organizzazioni per i diritti umani.

UN PLAUSO A STEFANIA CRAXI

di G.P.
C’è ancora un Craxi a rendere inquiete le relazioni tra Roma e Gerusalemme. Questa volta si tratta di Stefania, sorella maggiore di Bobo e figlia dell’ex leader socialista Bettino, nonché attuale Sottosegretario di Stato agli Esteri nel governo Berlusconi. 
Gli israeliani non amavano il capofamiglia e riversano volentieri la stessa idiosincrasia sulla prole che, da par suo, contraccambia con il necessario e giustificato disamore, senza soluzione di continuità con i convincimenti paterni e con le scelte politiche del più illustre genitore, il quale dialogava con Arafat ed auspicava un riavvicinamento tra mondo arabo ed Italia su un piano parità e di consolidazione dei rispettivi interessi. Del resto, la stessa Stefania Craxi non ha mai nascosto la sua “gratitudine verso tutti i popoli arabi che anche nei momenti difficili non hanno cessato di significare a mio padre la loro amicizia, il loro rispetto e la loro gratitudine, garantendo anche la sua libertà. Un atto di civiltà, che né io né i miei figli dimenticheremo mai”.

Alternativa è con la FIOM!

E' in corso la demolizione dei diritti del lavoro. Le centrali sindacali nazionali l'accettano o la sopportano senza reagire. La FIOM resta l'unico baluardo di questa difesa. Non possiamo lasciarla sola.
A Pomigliano il contratto nazionale viene stracciato con il sostegno dei sindacati gialli e con il balbettio di Bersani.
La FIAT ricatta i lavoratori di Pomigliano, e blandisce con promesse che non potrà mantenere, perché non ha un piano di rilancio che non sia il delirio scimmiesco di altri sei milioni di vetture che non produrrà e che, se producesse, non potrebbe vendere per mancanza di acquirenti.

Riti e Formule Magiche nell'Antico Egitto

 (di F.Ridolfi)


(Abstract della conferenza tenuta a Simmetria il 27 gennaio 2008)
Introduzione.
Nella cultura occidentale il termine "magia" richiama immediatamente qualcosa di misterioso, occulto, ai limiti della legalità. Ma le origini storiche e l'impiego della magia nelle società antiche partono da basi molto diverse:  storicamente il termine risale ai primi contatti tra il mondo greco e quello persiano; inizialmente la parola greca magos indicava l'appartenente a una casta di sacerdoti persiani; successivamente il greco magheia e il latino magia designarono le pratiche rituali dei Caldei che si erano diffuse tra le classi meno colte della popolazione ed estranee al culto ufficiale dello stato, per estendersi poi a tutta una serie di culti, inclusa la religione cristiana, vietati dalla legge romana.



18 giugno 2010

Safari umani minacciano la tribù dei Jarawa delle isole Andamane

La sopravvivenza della tribù dei Jarawa delle Isole Andamane è minacciata da safari umani gestiti da tour operator locali.
Survival International ha annunciato oggi di aver scritto a otto compagnie turistiche che promuovono visite o avvistamenti del popolo dei Jarawa , sollecitandole a interrompere immediatamente questi tour. I safari mettono seriamente a rischio di epidemie la tribù che, con ogni probabilità, ha poche difese immunitarie contro le malattie più comuni a causa del suo lungo isolamento.
La promozione del turismo tra i Jarawa è illegale. Dopo aver ricevuto la lettera di Survival, quattro delle compagnie hanno tolto i tour da loro siti Internet ma altre quattro continuano a pubblicizzarli. Dopo la denuncia di Survival, anche il governo indiano ha diffuso un monito pubblico ai tour operator. Sono infatti molte le compagnie che promuovono questo tipo di viaggi direttamente nelle loro agenzie delle isole, ma non su Internet.