17 settembre 2010

Scandalo Sakineh


Teheran (Iran) 16 settembre 2010

l saggista Bernard-Henry Levy e il Presidente Nicolas Sarkozy hanno mobilitato l’opinione pubblica francese per salvare dalla lapidazione una donna iraniana accusata di adulterio. Travolti dalle emozioni, i francesi non hanno avuto il tempo di verificare questa accusa, fino a quando Dieudonne M’Bala M’Bala s’è recato a Teheran. Sul posto, la cosa s’avvera del tutto falsa. Thierry Meyssan torna su questa spettacolare e assai imprudente manipolazione.

Il quotidiano Times di Londra ha pubblicato inizialmente una falsa fotografia di Sakineh Mohammadi-Ashtiani con la testa scoperta, cosa considerata una indecenza nella cultura iraniana. Una seconda foto, quella vera, venne pubblicato posteriormente. In quest’ultima foto si vede Sakineh Mohammadi-Ashtiani con il chador, il foulard che usano le musulmane nelle moschee e che portano anche quando camminano per strada.

6 settembre 2010

Le verità sulla Bosnia che non si possono raccontare: “Al mercato di Markale”

Si infittiscono ormai da qualche tempo gli interventi di quanti sono lieti di avallare le tesi “ufficiali”, per cui la guerra di Bosnia fu la follia di “psicopatici nazionalisti” (Radovan Karadzic, il poeta pazzo in primis, e si sa che tra poeti ed acquarellisti la differenza è poca …), oggi finalmente a giudizio grazie alla caparbietà di pochi magistrati coraggiosi (vedi Carla Del Ponte, che ha pure scoperto gli orrori della “casa gialla” in Kosovo, “Oh my God!”).


Luglio, in particolare, è stato il mese adatto per le rievocazioni, grazie alla singolare coincidenza tra l’anniversario del massacro di Srebrenica (11 luglio 1995) e l’arresto di Karadzic (21 luglio 2008).

Giornata mondiale di Qods. Comuncato stampa dell’Ambasciata dell’Iran

Nel nome di Dio


COMUNICATO STAMPA DELL’AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ISLAMICA DELL’IRAN A ROMA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DI QODS (GERUSALEMME)

Qods (Gerusalemme) è un luogo particolarmente sacro ai mussulmani nel mondo e ai fedeli di numerose religioni; è la terra dei Profeti e dei Santi del Signore e nella storia luminosa della comunità islamica è un’istituzione unica e coesa. L’ultimo Venerdì del Santo mese del Ramadan l’Imam Khomeini, fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, dedicò questo giorno alla fine dell’occupazione della Palestina e alla liberazione del suo popolo dall’oppressione del regime sionista di Israele.

A questo proposito e alla luce delle ultime evoluzioni nella questione palestinese, l’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran ritiene di dover richiamare l’attenzione su alcuni punti.

- La Repubblica islamica dell’Iran considera i crimini sionisti contro la flotta di navi pacifiste di Gaza in contrasto con i principi e le regole internazionali, tra cui l’articolo 1982 della Convenzione sui mari e li equipara ad un atto di pirateria marittima.

REVIVAL “COLORATO” IN IRAN?

(di G. Gabellini)
Approfitto di questo articolo di Gabellini sull'Iran per aggiungere una breve premessa rispetto a quanto sta accadendo nell'area medio-orientale, ed in particolare in Palestina dopo l’avvio delle finte trattative di “pace” tra ANP e sionisti. Innanzitutto, la cosiddetta ripresa del dialogo è solo l'ennesima sceneggiata arbitrata dagli statunitensi per mettere fuori gioco Hamas, non disponibile ad accettare la svendita del proprio popolo (al quale viene negato il diritto di eleggere i propri rappresentanti) e del suolo patrio, sventrato e umiliato da invasori colonialisti che s’insediano come le cavallette in una terra non loro. Questi primi approcci tra le parti sono illegittimi poichè la nazione palestinese non ha dato nessun mandato ad Abu Mazen per avviare trattative in nome di chicchessia. Il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha messo l’accento su quest’ultimo aspetto, chiarendo che la questione palestinese non potrà mai essere un affare privato tra americani, israeliani e membri dell’ANP in quanto riguarda i popoli di tutta la regione: "Su cosa vogliono negoziare? Chi rappresentano? Di cosa parleranno? Chi gli ha dato il diritto di svendere un pezzo di Palestina? I popoli della regione e della Palestina non gli permetteranno di cedere un centimetro si terra palestinese al nemico". Parole sacrosante che però hanno fatto dire al portavoce di Abu Mazen che il leader persiano è un despota insediatosi al potere coll’inganno, la violenza e i brogli elettorali, dimostrando di sposare con ciò, totalmente e pienamente, la lacera propaganda occidentale ampiamente smentita dai fatti e dall’enorme consenso di cui Ahmadinejad gode in patria. Questi quisling che s’innalzano a campioni di responsabilità e buon senso sono dei miseri burattini pronti a sacrificare la propria gente per essere adulati e premiati dalla Comunità Internazionale dalla quale sperano di ottenere riconoscimento e sostegno economico. Ci auguriamo che facciano la fine che spetta ai vili di ogni razza e credo ideologico.[G.P.]

3 settembre 2010

FRANCIA: INSEGNANTE EBREA SOSPESA PER “TROPPO OLOCAUSTO”

(AGI/AFP) - Parigi, 1 set. - Troppe lezioni sull’Olocausto, un vero e proprio ‘lavaggio del cervello’ sulla Shoah agli studenti: per questo motivo un insegnante di storia francese Catherine Pederzoli, si e’ vista sollevare per quattro mesi dal suo incarico all’Accademia di Metz-Nancy, accusata di “violazione dei principi della riservatezza, neutralita’ e laicita’” dello stato francese. A muovere le accuse sono stati i suoi stessi studenti, stanchi di un programma troppo denso di lezioni sull’Olocausto e viaggi ‘culturali’ nei campi di concentramento in Polonia e Repubblica Ceca. I ragazzi hanno presentato le loro lamentele al ministro dell’Istruzione Luc Chatel in occasione di una sua visita al Liceo. A prendere le difese dell’insegnante e’ stato il suo avvocato secondo cui tutto sarebbe nato dal cambio dei vertici dell’Istituto nel 2007 ma, soprattutto, dal fatto che la professoressa sarebbe di religione ebraica. (AGI) Tig


Fonte: http://www.viaggi-oggi.it/

2 settembre 2010

Sakineh è soltanto una povera adultera?

Ho seguito anch'io, sull'onda emotiva venutasi a creare a seguito delle troppe notizie contrastanti divulgate in rete, il caso di Sakineh e mi sono messo "di buzzo buono" per saperne di più.


Ho scoperto, senza sorprendermi troppo, che l'infelice donna non è stata giudicata per un semplice adulterio ma, e soprattutto, per concorso in omicidio del proprio marito, consumato in maniera brutale assieme al proprio amante.

Malek Ejdar Sharifi, un giudice che si è occupato del particolare caso giudiziario, ha dichiarato: ''Non possiamo rendere noti i dettagli dei crimini di Sakineh, per considerazioni di ordine morale ed umano (a differenza della stampa Italiana, in Iran non vengono pubblicati i particolari morbosi dei delitti efferati - nota di nemo profeta). Se il modo in cui suo marito è stato assassinato fosse reso pubblico, la brutalità e la follia di questa donna verrebbero messe a nudo di fronte all’opinione pubblica. Il suo contributo all’omicidio è stato così crudele e agghiacciante che molti criminologi ritengono che sarebbe stato molto meglio se lei si fosse limitata a decapitare il marito''.

Preclusa la possibilità di perseguire la donna per omicidio, a causa del perdòno dei figli, i giudici hanno deciso di giocare la discutibile carta dell’accusa di adulterio. Scelta indubbiamente deprecabile sul piano procedurale – e infatti il processo è in fase di revisione - ma dal punto di vista culturale ed etico le cose stanno molto diversamente da quello che centinaia di siti internet, per non parlare della stampa, danno ad intendere ai lettori.

Da fonti Iraniane, poi, non pare che l'eventuale condanna a morte venga eseguita per lapidazione, pratica barbara questa (per inciso deprecata dal Governo) che sopravvive soltanto in pochissime zone rurali della Repubblica Islamica, ma che è in via di sdradicamento.

Per sgomberare il campo dalle troppe critiche facilone contro l'Iran, chi ha giudicato e condannato Sakineh non è stato il Governo Iraniano o qualche fanatico Ajatollah (o, peggio, il "deprecato regime"), ma un Tribunale locale nella regione di Tabriz grazie all'autonomia di cui gode.

Poi, sulla pena di morte in generale si può essere d'accordo o meno (personalmente la aborrisco) , ma nel mondo oltre all'Iran tale pena viene eseguita in parecchi Paesi cosiddetti "civili", a partire da USA e Israele.

Tra le fonti: Los Angeles Times
World
July 12, 2010 - 8:52 am
 
Fonte: http://www.valdelsa.net/