16 ottobre 2010

Il cornetto acustico degli spioni israeliani

Antenne ad Urim
In nome della lotta al terrorismo, diversi paesi hanno dispiegato dei sistemi di controllo, al di fuori di ogni regola giudiziaria. La rete Echelon, il più famoso fra questi, vede partecipi in particolare gli Stati uniti e il Regno unito. Meno nota, la base israeliana di Urim è una delle più grandi stazioni di spionaggio esistenti.
A una trentina di chilometri dalla prigione di Beer-Sheva - dove i passeggeri della «flottiglia per Gaza» furono per breve tempo detenuti dopo il sanguionoso assalto del 31 maggio scorso - , in direzione della striscia di Gaza, si trova la postazione di spionaggio più importante di Israele. Questa base, mai scoperta fino a ora, è costituita da un sistema di antenne satellitari che intercettano in segreto chiamate telefoniche, e-mail e ogni altro genere di comunicazione proveniente dal Medioriente, dall'Europa, dall'Africa e dall'Asia.
La potenza di Israele nella regione è spesso associata alle sue forze armate, al suo arsenale nucleare e ai suoi servizi segreti (Mossad).


Ma le sue capacità telematiche di reperire informazioni appaiono altrettanto importanti, che si tratti di sorvegliare governi, organizzazioni internazionali, società estere, organizzazioni politiche o individui.
Il lavoro di spionaggio si effettua soprattutto da questa installazione situata ai bordi del deserto di Negev, a circa due chilometri a nord del kibbutz di Urim. I nostri informatori hanno lavorato nell'ambiente dei servizi segreti israeliani, e conoscono questa base direttamente.

Descrivono dei tralicci di antenne satellitari di varie dimensioni e, da una parte all'altra della strada 2.333 che porta alla base, degli edifici e delle baracche. Alte reti metalliche, barriere e cani proteggono la postazione. Come chiunque può verificare su internet, le immagini satellitari di questo luogo non sono oscurate. L'occhio individua e distingue senza problemi tutti gli elementi caratteristici di una postazione di sorveglianza elettronica.
Un grande cerchio nei campi indica la posizione di un'antenna di ricerca direzionale (Hh/Df), destinata all'osservazione marittima.

La base di Urim fu installata decenni fa per sorvegliare le comunicazioni internazionali che passano dalla rete satellitare Intelsat, il principale ripetitore telefonico fra diversi paesi. La sua attività venne estesa alle relazioni marittime (Inmarsat), poi s'ingrandì rapidamente fino a prendere a bersaglio i satelliti regionali, sempre più numerosi.

Così, questa base è «simile - conferma lo specialista di intelligence Duncan Campbell - alle stazioni terrestri d'intercettazione satellitare del patto Echelon». Echelon, è quella rete mondiale di stazioni di sorveglianza che comprende Stati uniti, Regno unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, istituita nel 1996 (1). I telefoni satellitari impiegati sulle imbarcazioni in rotta verso Gaza erano un facile bersaglio per questi equipaggiamenti high-tech. Le nostre fonti israeliane descrivono come i computer siano «programmati per distinguere parole e numeri di telefono interessanti» in mezzo agli appelli, alle e-mail e alle informazioni captate. I messaggi intercettati vengono trasferiti alla sede dell'Unità 8200 - la centrale di intelligence israeliana - nella città di Herzliya, a nord di Tel Aviv. Lì, vengono tradotti e trasmessi alle altre agenzie, in buona quantità all'esercito e al Mossad.

Sul modello dei suoi omologhi britannici (Government Communications Headquarters, Gchq) e americani (National Security Agency, Nsa), l'Unità 8200 è molto meno nota dell'agenzia di intelligence per l'estero e per le operazioni speciali del paese, il Mossad. E tuttavia, il Mossad - al pari dei suoi omologhi MI6 e Cia - , è meno importante in termini di finanziamento e di personale.

La base di Urim ha per bersaglio diverse nazioni, amiche e nemiche.
Una ex analista, che ha effettuato il servizio militare alla centrale dell'Unità 8200, sostiene di aver lavorato a tempo pieno a tradurre in ebraico degli appelli e delle e-mail in inglese e francese. Un compito «interessante», dice, che consisteva nello spulciare molta corrispondenza di routine per scoprire delle pepite. La sua sezione controllava soprattutto «il traffico diplomatico e altri segnali offshore [internazionali]». La recluta trascorreva anche molto tempo a esplorare i siti internet pubblici (2). Per completare il quadro, la base di Urim si occupa delle intercettazioni provenienti dai cavi sottomarini (soprattutto quelli che, nel Mediterraneo, collegano Israele all'Europa via Sicilia) e dispone di stazioni clandestine negli edifici di rappresentanza di Israele all'estero, come le ambasciate.

L'Unità 8200, che dipende ufficialmente dall'esercito, possiede ripetitori segreti nei territori palestinesi e fa volare aerei Gulfstream zeppi di apparecchiature elettroniche. Se si escludono i satelliti della televisione - obbiettivi improbabili per una stazione di sorveglianza - , la maggior parte dei trasmettitori situati in un arco che si estende dall'Atlantico all'Oceano indiano è un potenziale bersaglio: non solo vengono spiati Intelsat e Inmarsat, ma anche russi, arabi, europei o asiatici. Le immagini della base rivelano una trentina d'antenne di sorveglianza, che fanno di Urim una delle più grandi stazioni di spionaggio del pianeta. La sola struttura paragonabile per ampiezza è situata sulla base americana di Menwith Hill, nello Yorkshire (Inghilterra).
Altre stazioni di sorveglianza sono note dagli anni '80: in prossimità della città tedesca di Bad Aibling si trova una grande base della Nsa. Un'altra installazione americana è situata sull'isola di Diego Garcia, nell'Oceano indiano, vicino a una pista di atterraggio in cui si stagliano due bombardieri B-52. Quanto al principale centro britannico, le sue venti antenne si lasciano scoprire in cima alle falesie di Cornovaglia, a Morwenstow. La direzione generale della sicurezza estera (Dgse) francese non è da meno con Frenchelon, una rete che comprende diverse basi nell'Esagono e i Territori d'oltremare.
La stazione israeliana di Urim, invece, era riuscita a restare nascosta al pubblico per decenni.
NICKY HAGER
Giornalista, Wellington (Nuova Zelanda). Autore di Secret Power.
New Zealand's Role in the International Spy Network (Craig Potton Publishing, Nelson, Nuova Zelanda, 1996), il libro che rivelò l'esistenza della rete Echelon.

(1) Si legga, Secret Power, op. cit., e Philippe Rivière, «Le système Echelon», Manière de voir, n. 46, «Révolution dans la communication», luglio-agosto 1999.

(2) Si legga Thomas Keenan e Eyal Weizman, «Israele e la terza minaccia», Le Monde diplomatique/il manifesto, luglio 2010.
(Traduzione di E. G.)


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