Siamo di fronte ad una strage. Una strage – al momento il bilancio delle vittime parla di 20 morti – che va ben al di là di quanto ci si poteva aspettare. Il blocco israeliano era stato annunciato, l’azione di commando per dirottare le navi della Freedom Flotilla era prevedibile, la strage no.
Si è trattato infatti di una strage cercata, voluta deliberatamente per fermare la crescente solidarietà con Gaza e con il popolo palestinese, studiata anche per colpire in maniera mirata la Turchia.
Da questo punto di vista si tratta di una vera e propria azione di guerra, compiuta peraltro in acque internazionali, in spregio ad ogni norma del diritto internazionale.
Vedremo nelle prossime ore la reazione in Palestina, quella in Turchia (il cui governo è riunito in seduta d’emergenza) e nel mondo intero.
Forte si preannuncia l’azione della comunità arabo-palestinese che vive in Israele. Tra l’altro pare che nell’attacco israeliano sia stato ferito gravemente lo sceicco Raed Salah, presidente del Movimento Islamico nei territori occupati nel 1948.
Mentre scriviamo, apprendiamo dai nostri compagni presenti alla Conferenza di Haifa per il Diritto al Ritorno che si stanno dirigendo insieme a centinaia di persone verso il porto per tenervi una manifestazione. E’ infatti ad Haifa – per evitare il porto di Ashod dove sono presenti i media internazionali – che sono state dirottate le navi della Flottiglia.
Da Damasco la prima reazione di Hamas: «L'attacco israeliano contro il più grande convoglio umanitario destinato alla Striscia di Gaza è un crimine contro l'umanità. Le incursioni con cui sono stati presi di mira attivisti internazionali, i morti e i feriti che Israele ha deliberatamente causato, sono reati gravissimi».
«Gli occupanti sionisti sono totalmente responsabili per quanto è accaduto e l'attacco ha voluto colpire dei civili impegnati in una missione di pace per alleviare le sofferenze della popolazione di Gaza. Se il mondo resterà silente davanti all'accaduto, e a quanto sta avvenendo in queste ore, allora Israele sarà ancor più determinato nel continuare a lasciare perire il nostro popolo assediato».
Hamas, che ha invitato a protestare davanti a tutte le ambasciate israeliane nel mondo, chiede che «la comunità internazionale prenda i giusti provvedimenti imputando a Israele la piena responsabilità di quest'azione di pirateria in acque internazionali».
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