di Mauro Caterina - VARSAVIA
L'ira di Mosca per i missili Usa al confine russo
La prima batteria di missili-antimissile Patriot è stata consegnata chiavi in mano alla Polonia. A darle il benvenuto, nella cerimonia ufficiale dell'altro ieri, il ministro della difesa polacco Bogdan Klich, l'ambasciatore americano Lee Feinstein e il direttore delle operazioni logistiche in Europa, generale Mark Bellini. I missili a corto raggio erano già arrivati a Morag, cittadina nel nord della Polonia, nella notte di domenica. Ma in quell'occasione a dargli il «benvenuto» erano state le proteste di centinaia di studenti.
«La presenza dei missili Patriot in Polonia rende il Paese più sicuro e contribuisce a rafforzare la cooperazione con gli Stati Uniti»,
ha assicurato il ministro Klich. Oltre alla batteria di razzi, a Morag stazioneranno anche 100 soldati dell'esercito a stelle e strisce, arrivati da una delle basi americane presenti in Germania. Secondo Klich «più America ed Europa in Polonia significa più Polonia nella politica americana ed europea». I soldati Usa dovrebbero restare a Morag fino al 2012, ovvero, fino al dispiegamento completo con l'arrivo della seconda batteria di Patriot. Inoltre, saranno proprio gli americani ad addestrare i soldati polacchi all'uso e alla manutenzione dei missili. Una presenza quella americana che, tutto sommato, non dispiace agli abitanti di Morag, che sperano di approfittarne in termini commerciali e dare stimolo all'economia locale.
Di tutt'altro avviso Mosca. L'ufficio stampa del ministero degli esteri russo ha rilasciato mercoledì un comunicato in cui è evidente l'irritazione del Cremlino: «Il piazzamento della batteria di missili americani a Morag non serve a rafforzare la sicurezza generale della regione e di certo non rafforza lo sviluppo di reciproca fiducia». La città di Morag si trova a 60 km dal confine con l'enclave russa di Kaliningrad e dal punto di vista del Cremlino non è chiaro perché «americani e polacchi abbiano bisogno di due batterie di missili Patriot proprio a ridosso del confine». In ogni caso, hanno fatto sapere fonti anonime, la Russia non ha intenzione di schierare i missili Iskander nella regione di Kaliningrad in risposta all'istallazione dei Patriot in Polonia. «Non è una minaccia ai nostri vicini e la Polonia non considera la Russia una minaccia», ha replicato il ministro della difesa polacco.
«Noi abbiamo buone relazioni con tutti i nostri vicini - ha ribadito Klich - stiamo solo modernizzando il nostro esercito e il nostro sistema di difesa aerea perché siamo membri della Nato e dell'Unione europea». Ieri però il ministro degli esteri russo Lavrov in una conferenza stampa a Mosca ha chiesto «spiegazioni dettagliate» a Washington e Varsavia sulla faccenda. «Siamo contrari a una nuova corsa agli armamenti in Europa - ha detto Lavrov - e fino ad ora le uniche risposte che abbiamo avute sono quelle di stare tranquilli perché non è una minaccia».
Insomma, la vicenda rischia di riaprire un nuovo turbolento fronte nei rapporti diplomatici tra Mosca e Varsavia. Il dispiegamento dei Patriot era stato pianificato in origine durante l'amministrazione Bush su richiesta insistente del governo polacco. Richiesta che l'allora segretario di stato americano Condoleezza Rice dovette esaudire affinché la Polonia entrasse a far parte del piano di difesa missilistico strategico, meglio conosciuto come Scudo spaziale, ospitando sul suo territorio dieci missili intercettori a lungo raggio. Con l'ingresso di Obama alla Casa Bianca, il progetto originario dello scudo spaziale venne stracciato. Ma i Patriot sono rimasti comunque nella contropartita polacca e continuano ad essere argomento piccante per le diplomazie.
Fonte: www.ilmanifesto.it
30 maggio 2010
I PATRIOT IN POLONIA
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