LONDRA – In base ai documenti declassificati che hanno gettato nuova luce su arsenale atomico d'Israele, si è rivelato che nel 1975 Tel Aviv e il regime razzista sudafricano stipularono un accordo per la vendita da parte dei sionisti di armi atomiche al Sudafrica.
In un articolo pubblicato ieri il The Guardian di Londra ha scritto che l'intesa fu raggiunta nel 1975 in un incontro segreto tra l’allora ministro della Difesa sudafricano Willern Botha e il suo omologo Shimon Peres, attuale presidente israeliano.
I documenti sono "la prima prova documentale" sulle armi nucleari in possesso d’Israele, si legge nell’articolo del quotidiano che ha anche pubblicato una foto dell'accordo 1975 con le firme di Peres e Botha. A tutto ciò bisogna aggiungere anche le rivelazioni dello studioso americano, Sasha Polakow-Suransky, raccolte nel suo libro sull’alleanza segreta di Israele con il regime dell'apartheid in Sudafrica. I documenti sono stati confermati anche da Dieter Gerhardt, ex comandante della marina sudafricana incarcerato nel 1984 per spionaggio a favore dell'Unione Sovietica.
Dopo la sua liberazione e il crollo del regime dell'apartheid, Gerhardt ha detto che Israele offrì la vendita di missili Jericho capaci di testate nucleari al regime di apartheid. Oggi, l'ufficio di Peres, sempre in pista, ora come presidente della Repubblica, ha smentito la notizia. Nonostante la sua politica di ambiguità nucleare, Israele è considerato l’unico regime nella regione del Medio Oriente ad avere armi atomiche. Secondo molti esperti militari il regime sionista è in possesso di almeno 300 testate nucleari. (nella foto il centrale nucleare di Dimona, nel deserto del Negev, nella Palestina occupata).
Fonte: Irib
[stesso argomento vedi megachip]
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento