4 agosto 2010

RICOSTRUENDO CASE A GERUSALEMME

Al via i campi di lavoro di ICHAD, il comitato israeliano contro la demolizione delle case palestinesi: ad Anata i volontari hanno restituito l’abitazione alla famiglia Hamdan.

DI IRENE PANIGHETTI da Gerusalemme, 3 Agosto 2010 – (foto www. guardian.co.uk) –
Domenica scorsa, alla famiglia Hamdan di Anata, quattro chilometri a nord est di Gerusalemme è stata riconsegnata la casa: ricostruita dai volontari dell’ottavo summer camp di ICHAD (il comitato israeliano contro la demolizione delle case), dopo che i bulldozer delle autorita’ israeliane l’avevano distrutta per ben due volte perché “non in possesso del permesso di costruzione”.

“Se i militari torneranno a demolirla noi la ricostruiremo per la terza volta” ha ribadito Jeff Halper, direttore di ICHAD durante la cerimonia, cui hanno preso parte un centinaio di persone, oltre alla famiglia e ai volontari del summer camp. La casa si trova proprio di fronte al muro e simboleggia appieno la quotidiana situazione dei palestinesi di fronte agli israeliani: una piccola, modesta abitazione dirimpetto ad un altissimo, arrogante muro che tuttavia non riesce a cancellarla: “per noi è un atto di resistenza” ha proseguito Halper, “ma anche un’opportunità per noi Israeliani di dimostrare solidarietà ai Palestinesi e di ribadire che noi ci rifiutiamo di essere nemici”.

Tra i battimani e i sorrisi hanno poi prenso la parola le volontarie e i volontari di ICHAD, raccontando l’esperienza di lavoro e ringraziando il quartiere di Anata per l’aiuto e l’accoglienza: da Hellen di ICHAD-Usa a Linda, della sezione inglese, la quale ha fatto sapere che “in Inghilterra siamo molto attivi nell’opera di sensibilizzazione sulla demolizione di case: nei mesi passati siamo stati in ben 14 città ad illustrare la situazione e ora migliaia di cittadini inglesi sono a conoscenza di quello che succede qui”. Presente alla cerimonia anche Karim Nashashibi, rappresentante del Ministero delle Finanze dell’ANP, che ha sottolineato il valore di “questi atti di resistenza, simboli importanti della lotta dei Palestinesi per la loro terra”. Infine anche Saleem Anati, del Shufat Refugee Center, ha ricordato il significato che la casa rappresenta, “un diritto fondamentale per gli esseri umani”, soprattutto per chi ha dovuto lasciare le proprie abitazioni e diventare rifugiato.

Tra la commozione della famiglia e dei presenti al via le danze, Dakba naturalmente, ballata dal gruppo di adolescenti del centro di Shufat. Il sole è velocemente tramontato sulla nuova casa della famiglia, i volontari hanno lasciato alla famiglia il suo momento di intimità con la nuova dimora, garantendo che “saremo presenti per ricostruire anche le altre case e non ci fermeremo finchè non terminerà l’occupazione con una pace giusta”, ha promesso Jeff Halper.

Questa estate, i campi ICHAD vedono coinvolti anche oltre 45 giovani spagnoli, dal 27 luglio al 7 agosto, impegnati nella ricostruzione di abitazione demolite sia a Hebron (nella citta’ vecchia) che nel quartiere gerosolimitano di Beit Hanina. (Nena News)


Fonte: http://www.nena-news.com/

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