31 agosto 2010

L'FPLP invita all'azione contro il ritorno liquidazionista ai negoziati diretti

Il compagno Maher al-Taher, membro dell'Ufficio Politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e leader del suo ramo fuori dai territori palestinesi, il 20 agosto 2010 ha dichiarato che lo scopo dei negoziati diretti tra Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese è di liquidare la causa palestinese e non di raggiungere una soluzione politica, poiché il comportamento di Israele rende evidente l'impossibilità di una soluzione politica con un'entità che pretende il completo controllo di tutti gli aspetti della vita dei Palestinesi.

Ha dichiarato il compagno Taher, "Dopo 40 anni di slogan per l'autodeterminazione palestinese, oggi l'ANP è suddita di USA e Israele e noi siamo una nazione di prigionieri. Questo è un grosso rischio per la causa palestinese". Era chiaro, ha detto il compagno Taher, che l'Autorità avrebbe preso parte a questi negoziati diretti quando la Commissione della Lega Araba per il processo di pace ha dato il suo via libera; ma la dichiarazione rilasciata dal Quartetto a sostegno dei negoziati è una ridicola assurdità in quanto è chiaro che nulla verrà da questi negoziati se non danni per la causa palestinese, e simili dichiarazioni non hanno altro scopo che fare da foglia di fico per coprire un vergognoso tradimento.

Ha sottolineato che riprendendo questi negoziati, l'ANP sta entrando in un tunnel oscuro nel quale non farà altro che concessioni. "Cosa verrà da questi negoziati? L'occupazione di Gerusalemme finirà? Sarà riconosciuto il diritto al ritorno? A meno che non ci siano veri passi avanti, questi negoziati sono assurdi!".

Il compagno Taher ha aggiunto che la decisione del Comitato Esecutivo dell'OLP di approvare questi negoziati mette in luce come l'autodeterminazione palestinese e la democrazia non siano che vuote parole per queste istituzioni, dato che il popolo palestinese ha chiaramente espresso il suo rifiuto dei negoziati. Il nostro popolo, ha dichiarato, è determinato a restare saldo sul proprio suolo natìo e l'FPLP chiede che si ponga fine a questa buffonata e che si agisca, anziché limitarsi a rilasciare dichiarazioni. Le organizzazioni palestinesi in Palestina e all'estero sono determinate ad unirsi contro questi negoziati, c'è diffusa ostilità verso i negoziati quando Israele costruisce colonie e ebraizza Gerusalemme, portando avanti l'agenda politica degli Stati Uniti nella regione che prevede la liquidazione dei diritti nazionali.

Ha concluso dichiarando che la nostra priorità è ovviamente porre fine alle divisioni e continuare la resistenza, e che il popolo palestinese resisterà a qualsiasi tentativo di svendere i suoi diritti nazionali attraverso diffuse proteste popolari contro il ritorno ai negoziati.

Il compagno Abu Ahmad Fuad, membro dell'Ufficio Politico dell'FPLP, ha dichiarato il 21 agosto 2010 che l'ingresso dell'ANP nei negoziati diretti con Israele è una coltellata alle spalle alle istituzioni dell'OLP, alle risoluzioni del Consiglio Centrale e alla volontà del popolo palestinese. Il compagno Fuad ha sottolineato che i dirigenti dell'OLP stanno rifiutandosi di prendere atto democraticamente delle decisioni del Consiglio Centrale e del Consiglio Nazionale, poiché la maggioranza delle organizzazioni dell'OLP si è opposta ai negoziati diretti e l'approvazione degli stessi da parte del Comitato Esecutivo in riunioni in cui erano assenti più della metà dei membri è illegale nella forma come nel contenuto.

L'FPLP ha condannato la dichiarazione del Quartetto a favore dei negoziati diretti, definendola una tacita accettazione delle colonie e dell'assedio, contenente solo futili slogan sulla pace mentre i diritti del popolo palestinese al ritorno, all'indipendenza e all'autodeterminazione sono violati quotidianamente. Inoltre, ha dichiarato il Fronte, il Quartetto cerca di scavalcare il diritto internazionale e le risoluzioni ONU e sostituirli con la propria dubbia autorità, quando il Quartetto non ha alcuna autorità né giurisdizione sul popolo e la causa palestinesi.

Il Fronte ha sottolineato che le organizzazioni palestinesi, l'opinione popolare e le decisioni del Consiglio Centrale sono tutte contrarie al ritorno ai negoziati, e che questi negoziati sono funzionali solo ai piani del regime di Netanyahu di continuare a violare i diritti dei Palestinesi con la scusa della "pace e della sicurezza".

Questi negoziati sono, secondo il Fronte, un pericoloso specchietto per allodole e un tentativo di estorcere nuove concessioni al popolo palestinese avallando nel contempo i crimini dell'occupazione. Inoltre essi sono un tentativo di servire il progetto statunitense di controllo ed egemonia nella regione approfondendo la divisione interna dei Palestinesi, e un tradimento dei sacrifici dei martiri, dei feriti e dei prigionieri.

La dichiarazione dell'FPLP si conclude con un appello al popolo palestinese in Palestina e in esilio, e a tutte le forze e istituzioni nazionali e islamiche, a tenere alta la guardia e agire urgentemente per respingere qualsiasi negoziato diretto o indiretto, poiché è necessario un chiaro, serio, responsabile e coraggioso rifiuto dell'intero processo di Oslo e dei risultati che ne sono seguiti, ed esso va sostituito con una strategia nazionale fondata sui diritti del popolo palestinese che unisca in un'unica, democratica Organizzazione per la Liberazione della Palestina tutte le forze nazionali e islamiche, che abbia per obiettivo la salvaguardia del diritto alla resistenza, la fine dell'occupazione e delle colonie, la libertà per i prigionieri, il diritto al ritorno e lo stato palestinese indipendente e sovrano con capitale Gerusalemme.

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Traduzione a cura del Campo Antimperialista

Fonte: http://www.campoantimperialista.it/

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