27 luglio 2010

Colombia (Stato colonia Usa) punta di lancia della destabilizzazione Nord Americana

Il Primo mandatario venezuelano, Hugo Chavez Frias ha annunciato ufficialmente la rottura delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni latino americane.

E’ stata questa la legittima reazione di Caracas dopo i continui attacchi diplomatici che il governo filo statunitense di Bogotà aveva lanciato in questi giorni contro il Venezuela, reo a suo dire di ospitare nel suo territorio truppe delle Farc e alcuni suoi comandanti. Tra le misure che la Colombia intenderebbe prendere a livello internazionale è una possibile denuncia alla Corte penale internazionale contro il governo di Caracas.

La rottura non giunge inaspettata a un attento esame dell’attuale situazione Sud Americana, che vede come sempre gli Stati Uniti gli occulti,ma non troppo, registri di quanto accaduto.
Con la creazione dell’Alba voluta fortemente da Chávez sono state poste le premesse di una rinascita "nazionale" e "bolivarista" del continente, Washington ha mostrato fin dall’inizio di non gradirne l’iniziativa perché quest’ultima metterebbe a rischio il controllo di quello che è considerato a tutt’oggi dalla talassocrazia Nord Americana,il proprio“cortile di casa”, dove saccheggiarne e depredarne le ricchezze naturali, e quindi ha prontamente approntato diverse basi militari sul territorio colombiano.

Dopo l’uscita di scena di Alvaro Uribe, anche il nuovo presidente colombiano Juan Manuel Santos , sta applicando alla lettera le istruzioni impartite dal Dipartimento di Stato : contenere e poi stroncare in ogni modo la guerriglia che da anni si oppone all’oligarchia che controlla il Paese ,la quale consente alle grandi Corporation statunitensi di sfruttare le immense ricchezze del sottosuolo colombiano, tanto che le Forze Armate erano state protagoniste nel passato di un grave sconfinamento in territorio ecuadoregno per bombardare forze delle Farc , causando 25 morti.

In seconda battuta l’esecutivo di Santos vuole rendere la vita difficile al governo bolivarista venezuelano con continue provocazioni , non disdegnando di colpire come visto anche l’Ecuador di Rafael Correa. Chavez subito dopo quest’episodio aveva prontamente disposto il dispiegamento delle proprie truppe lungo il confine a difesa dell’integrità territoriale venezuelana. Ma evidentemente tal esplicito avvertimento non è bastato,Bogotà vuole ad ogni costo creare una situazione di rischio soffiando sul fuoco con l’obiettivo di indurre l’avversario a qualche passo falso, il che inevitabilmente darebbe agli Usa la scusa di intervenire per soccorrere la sua “colonia colombiana”, dando poi l’avvio a un’escalation militare dalle conseguenze imprevedibili, che il continuo rafforzamento delle Forze Armate colombiane e la presenza d’istruttori militari israeliani, non farebbero che confermare.

Per quanto riguarda il possibile ricorso alla cosiddetta” Corte penale internazionale” con sede all’Aja , è del tutto risibile ,primo perché ben sappiano da chi e come sono pilotati i giudici di questa sedicente corte (la cui giurisdizione non è riconosciuta dagli Stati Uniti e dal suo fedele alleato sionista), che agisce a senso unico secondo il “volere di Washington”, secondo perché proprio la Colombia sarebbe la prima a esser incriminata, giacché al suo interno tutti gli oppositori sono sistematicamente arrestati, torturati, uccisi o fatti semplicemente sparire, terzo le Farc sono un movimento guerrigliero di liberazione nazionale,” Fuerzas Armadas Revoluciomarias de Colombia” e non dei terroristi, formate da contadini, studenti, intellettuali,lavoratori.

Agli inzi degli anni “80 le Farc fecero il salto di qualità diventando in breve un esercito con una sua struttura gerarchica, codice militare, stato maggiore e scuole d’addestramento.

Vale infine la pena di ricordare come in Colombia oltre il 60% degli abitanti vive sotto la soglia di povertà , ben 30 milioni sono i poveri su quasi 43 milioni di abitanti, mentre la morte tra i bambini raggiunge la cifra di oltre 2600 morti l’anno e questo in un contesto territoriale grande come il Texas e la California messi assieme ricchissimo di materie prime come petrolio, carbone insieme a oro, platino e argento.

A questo quadro desolante si contrappone quello venezuelano, dove sia pur tra mille difficoltà dovute a decenni di sfruttamento per opera delle solite oligarchie antinazionali e l’ostilità delle “Plutocrazie Occidentali”,la politica bolivarista del Presidente Hugo Chavez sta dando i suoi frutti. La sanità è diventata universale, notevoli gli interventi a favore dell’educazione , mentre è in atto anche una profonda riforma fondiaria per ridistribuire la terra e toglierla ai latifondisti. E mentre Washington detta le regole al governo di Bogotà, Caracas sceglie i suoi amici tra quelle nazioni che non vogliono cedere la propria sovranità nazionale, sia attraverso l’ALBA( Alianza Bolivariana par los Pueblos de Nuestra America), sia con accordi commerciali paritetici con Iran, Russia e Cina.

Se condanna internazionale ci deve essere questa non può che essere verso la Colombia, ma sappiamo benissimo che coloro che dirigono la ben oliata macchina propagandista dei media filo Occidentali, faranno in modo di criminalizzare il Venezuela indicandolo, con strategia ben nota, ma oramai logora, male assoluto del continente Latino Americano.
di Federico Dal Cortivo



 

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