Revoca degli accordi bilaterali tra Regione Lazio e Israele
Il Comune di Civitavecchia ha già speso decine di migliaia di euro per uno studio di fattibilità del progetto israeliano Arrow Bio per lo smaltimento dei rifiuti, progetto già inserito nel piano regionale dei rifiuti, al fine di una sperimentazione della tecnica prevista. L’atto dovrà adesso essere sottoposto all’approvazione della giunta regionale. Tuttavia, come confermato dai tecnici della stessa Regione, si tratta soltanto di tempi tecnici necessari alla sua approvazione.
Il punto è che il sistema Arrow Bio è semplicemente inapplicabile nel nostro Paese, in quanto incompatibile con le norme e le modalità di trattamento dei rifiuti vigenti non solo in Italia, ma in tutta l’Unione Europea. Difatti, in Europa non esiste un solo impianto di quel tipo. Per esempio, basti dire che il sistema Arrow Bio è basato sull’utilizzazione dell’acqua per la differenziazione dei rifiuti, ma non prevede la depurazione dell’acqua usata, la quale, nel Paese dove quel sistema è stato ideato, viene utilizzata come fertilizzante in agricoltura, il che in Europa (e quindi in Italia) non solo è impensabile, ma totalmente illegale.Il sistema Arrow Bio è fortemente sostenuto da importanti politici della nostra Regione, dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno (oltre, naturalmente, al sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini). Nei mesi scorsi, questi signori si sono recati in pellegrinaggio a visitare gli impianti già in funzione nel paese dove il sistema ha visto la luce, così come il Ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, anche lei sostenitrice di quel progetto. Perché tanto interesse – e tanti soldi buttati – per un progetto semplicemente inapplicabile? La risposta è semplice: perché il Paese produttore del sistema Arrow Bio si chiama Israele.
In Italia, il business dello smaltimento dei rifiuti è uno dei più lucrosi, tanto è vero che vede la presenza di diverse organizzazioni criminali, che, più che i rifiuti, riciclano il denaro sporco. Non stupisce che anche aziende israeliane tentino di inserirsi nel giro di affari, ma è vergognoso che qualche esponente politico si presti a sostenere un progetto che l’Europa non prende nemmeno in considerazione, che contrasta apertamente con le nostre leggi ed i nostri regolamenti e che, oltretutto, è la brutta copia di altri sistemi alternativi all’incenerimento ed al conferimento in discarica, che già esistono nel nostro Paese ed anche nella Regione Lazio: sistemi concepiti e realizzati in Italia, che impiegano tecnologie e personale italiani e che, al contrario del “pacco” israeliano, sono perfettamente in linea con le normative nazionali ed europee.
Il sostegno al sistema Arrow Bio non è altro, dunque, che l’ennesima marchetta che alcuni politici italiani – dell’uno e dell’altro schieramento – devono fare ad Israele, marchetta che andrebbe ad aggiungersi ai tanti accordi che il governo nazionale e gli enti locali hanno già in essere con Israele, dalla cooperazione militare al finanziamento della ricerca dual use israeliana.
La mobilitazione del movimento di solidarietà con il popolo palestinese e degli ambientalisti è già stata in grado, nei mesi scorsi, di fermare la presentazione del progetto Arrow Bio in Toscana o di bloccare negli anni scorsi un accordo sull’acqua tra ACEA e istituzioni israeliane.
Ora che quel progetto viene riproposto subdolamente nella Regione Lazio, è necessario mobilitarsi affinché venga nuovamente respinto al mittente, denunciando lo sperpero di denaro pubblico e la complicità bipartisan con uno Stato, Israele, che detiene il record assoluto delle violazioni delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei diritti umani. Uno Stato da boicottare e dai cui disinvestire, non un partner per affari più o meno leciti.
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Il sostegno al sistema Arrow Bio non è altro, dunque, che l’ennesima marchetta che alcuni politici italiani – dell’uno e dell’altro schieramento – devono fare ad Israele, marchetta che andrebbe ad aggiungersi ai tanti accordi che il governo nazionale e gli enti locali hanno già in essere con Israele, dalla cooperazione militare al finanziamento della ricerca dual use israeliana.
La mobilitazione del movimento di solidarietà con il popolo palestinese e degli ambientalisti è già stata in grado, nei mesi scorsi, di fermare la presentazione del progetto Arrow Bio in Toscana o di bloccare negli anni scorsi un accordo sull’acqua tra ACEA e istituzioni israeliane.
Ora che quel progetto viene riproposto subdolamente nella Regione Lazio, è necessario mobilitarsi affinché venga nuovamente respinto al mittente, denunciando lo sperpero di denaro pubblico e la complicità bipartisan con uno Stato, Israele, che detiene il record assoluto delle violazioni delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei diritti umani. Uno Stato da boicottare e dai cui disinvestire, non un partner per affari più o meno leciti.
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