19 luglio 2010

«L’Europa può ottenere la fine dell’assedio a Gaza»

Intervista a Mahmud al Zahar
Il mondo «si è reso conto che una pace vera non può escludere la metà di un popolo e chi lo rappresenta: Hamas. A Gaza la signora Ashton ha potuto vedere con i suoi occhi le conseguenze dell’assedio criminale imposto dagli israeliani; al tempo stesso si è potuta rendere conto di persona della fierezza di un popolo che non si è arreso, che rivendica con orgoglio il proprio diritto all’autodeterminazione. Hamas è parte di questa resistenza ed è questa la ragione della nostra forza».

Nel giorno della visita a Gaza dell’Alta rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton, parla l’uomo forte di Hamas nella Striscia, più volte sopravvissuto alle «eliminazioni mirate» condotte contro di lui dalle forze armate dello Stato ebraico: Mahmud al Zahar.


«L’Europa -dice al Zahar in questa intervista esclusiva a l’Unità - può svolgere un ruolo da protagonista
in Palestina, a patto che dimostri con i fatti non avallare la politica usurpatrice d’Israele
».

Il ministro degli Esteri di Hamas non ritiene chiusa l’«intifada delmare»: «I
l popolo palestinese - afferma - non ha dimenticato i martiri della FreedomFlotilla». L’«intifada del mare» ha fatto emergere nuovi protagonisti sullo scenario mediorientale. Primo fra tutti, il premier turco Tayyip Erdogan: «È lui - rimarca al Zahar - l’uomo nuovo. La Turchia è il nuovo centro dell’Islam».


La baronessa Ashton ha visitato Gaza ma non ha voluto incontrare i dirigenti di Hamas.
«Ce ne faremo una ragione... Ma la signora Ashton ha parlato con la gente di Gaza,e di quella gente Hamas è parte. Se fossimo degli alieni,un corpo estraneo,saremmo stati spazzati via da tempo...».


Invece?
«Invece il terrorismo di Stato israeliano non ha piegato Hamas né la resistenza palestinese. E questo è un dato di fatto con cui anche la signora Ashton dovrà fare i conti. E con lei l’Europa...».
È una minaccia?
«Tutt’altro. È un’apertura. L’Europa può svolgere un ruolo da protagonista in Palestina,a patto che dimostri con i fatti di non avallare la politica usurpatrice d’Israele. Uno di questi fatti è esprimersi chiaramente, agendo di conseguenza, per la fine dell’assedio di Gaza. Questo,voglio sottolinearlo, è unproblema politico,non umanitario.
I palestinesi rivendicano il diritto di resistenza,pretendono il rispetto della Convenzione di Ginevra e di quella legalità internazionale della quale Israele ha fatto scempio. I palestinesi non chiedono pietà».
L’«intifada del mare» è finita?
«Niente affatto. So per certo che almeno otto navi sono pronte a salpare dal Golfo Persico anche durante il mese di Ramadan (che quest’anno ha inizio l’11 agosto, ndr)...».
C’è chi sostiene che l’Egitto potrebbe bloccarne il passaggio attraverso il Canale di Suez...
«Non penso proprio che l’Egitto sarà mai in grado di fermare questa campagna internazionale».
Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha evocato a più riprese la cancellazione di Israele. E Hamas?
«Ahmadinejad si riferisce alla sconfitta del regime sionista come condizione per vedere realizzati i diritti
del popolo palestinese. Sconfiggere un regime che continua impunemente a opprimere un popolo non è solo un dirittomaun dovere della resistenza palestinese. La religione non c’entra niente in questo discorso. Israele è un nostro nemico non perché è lo Stato degli ebrei ma perché calpesta ogni giorno i nostri diritti e continua ad usurpare la nostra terra».
Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, non ha chiuso la porta al dialogo con Hamas. Qual è la sua risposta?
«Siamo pronti al dialogo ma senza precondizioni. E nel rispetto del voto espresso liberamente dal popolo palestinese nelle elezioni del gennaio 2006. Quel voto,e non le armi, ha sancito la vittoria di Hamas.
E per restare sull’argomento, perchè il democratico Occidente non chiede ad Abu Mazen di indire finalmente le elezioni presidenzali? Che legittimazione può avere un presidente il cui mandato è scaduto da 17 mesi?»
Voi parlate di libertà. Intanto Hamas detiene da oltre quattro anni il soldato israeliano Gilad Shalit...
«E Israele detiene da molto più tempo oltre diecimila prigionieri palestinesi...Lei vuole la verità?»
Verità, concetto mai come in questo caso opinabile. Qual è la sua di verità, Mahmud al Zahar?
«A tirarsi indietro è stato Israele, a rimangiarsi l’accordo raggiunto è stato Netanyhau. Lo sa bene il mediatore tedesco, chiedete a lui come sono andate le cose. La nostra richiesta non è cambiata (la liberazione di mille detenuti palestinesi, ndr): se Israele l’accetta, la detenzione di Shalit non durerà un giorno in più».
Hamas è deluso da Obama?
«E’ deluso solo chi si era creato false aspettative. Noi non siamo fra questi. Obama è un buon parlatore, ma con lui nulla è cambiato in Palestina.

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