Un recente discorso riguardante la modernizzazione dell’Esercito di Liberazione Popolare (ELP) cinese, ha sottolineato più i progressi tecnologici che la trasformazione della dimensione umane dell’ELP. In particolare, riesaminandola, questa discussione ha rivelato l’assenza della disponibilità di una banca dati pubblica dei comandanti militari cinesi col grado di generale pieno (shangjiang).
Sullo sfondo dell’intenzione dichiarata dall’ELP di riorientare le forze armate nell’ambito del suo programma di modernizzazione, un’analisi delle carriere dei 118 generali(1981-2009) può fornici indicazioni significative sulla trasformazione dell’ELP.
ELP aumenterà le forze navali ed aeree
Una serie di recenti dichiarazioni di alti ufficiali militari cinesi che alludono a un riallineamento dell’ELP, indicano che potrebbero essere in vista significativi cambiamenti nella composizione delle forze armate.
Ad aprile, il portavoce del ministro della difesa cinese, il colonnello Huang Xueping, dichiarò durante un’intervista: “E’ naturale che si voglia costruire una forza militare efficiente [corsivo aggiunto] che sia incentrata più sulla tecnologia che sulla forza dell’uomo”. La dichiarazione di Huang, tenendo conto della crescente assertività della marina cinese nelle acque internazionali vicino al Giappone e nel Mar Cinese Meridionale negli ultimi anni, ha sollevato domande sulle intenzioni e sulle capacità dell’ELP.
Difatti, la direzione militare cinese sembra stia mostrando l’intenzione di allontanarsi dalla tradizionale priorità data all’esercito per concentrarsi sulla forza aerea e navale. Rafforzando il ruolo dell’aviazione e della marina, pare si voglia estendere la capacità di proiezione della potenza militare cinese nel Pacifico, pur riducendo le dimensioni numeriche complessive delle forze armate.
Secondo il colonnello anziano Yang Chengjun, ricercatore della forza strategica dell’ELP, la proporzione dell’esercito nelle forze armate cinesi è un “problema” radicato nella storia e dimostra il bisogno di “ottimizzare la composizione delle diverse armi” in modo che la macchina militare cinese possa sostenere le sfide della modernità.
Sulla stessa linea del ministro della difesa cinese, il direttore del Centro per il Controllo delle Armi e degli Studi sulla Sicurezza Internazionale presso l’Istituto Cinese di Studi Internazionali a Pechino,Teng Jianqun, il quale considera la concentrazione della Cina sullo sviluppo delle forze aeree e navali ormai inevitabile.
Prendendo l’analisi da un ulteriore punto di vista, Xu Guangyu, un maggiore generale dell’ELP in pensione, ora facente parte dell’Associazione Cinese per il Controllo delle Armi e il Disarmo (CACDA), un gruppo governativo di esperti, crede che la Cina possa realizzare queste evoluzioni distribuendo il bilancio tra l’esercito, la marina e l’aviazione con un rapporto di 50:25:25, anziché l’attuale rapporto di 60:20:20.
Xu non considera il rapporto di 40:30:30 poiché ritiene che la potenza navale ed aerea sarà “per lo più utilizzata per aumentare l’efficacia di combattimento delle nostre [della Cina] forze di terra.” L’affermazione di Xu sembra implicare che l’ELP – almeno per il momento – non stia tentando di emulare la proiezione della potenza globale americana, le cui capacità sono sostenute e rese possibili dai bilanci militari nordamericani che in questi ultimi anni hanno distribuito risorse tra esercito, marina e aviazione pressapoco pari ad un rapporto di 40:30:30. [1]
Strategia della “Difesa in mare aperto”
L’avvento della strategia della “difesa in mare aperto” (yuanyang fangyu, letteralmente “difesa nel mare lontano”) della Marina dell’Esercito di Liberazione Popolare (MELP), ideata per lo sviluppo a lungo termine delle capacità navali cinesi, sembra essere il motivo principale della spinta a trasformare la composizione delle forze armate cinesi.
Yin Zhuo, un contrammiraglio in pensione, attualmente ricercatore anziano presso il Centro di Ricerca ed Equipaggiamento della Marina, dichiarò in un’intervista al People’s Daily Online che la MELP è stata creata per assolvere a due missioni principali: preservare la sicurezza marittima (inclusa l’integrità territoriale) e proteggere i fiorenti ed estesi interessi economici e marittimi della Cina.
E se la prima rappresenta ancora la principale preoccupazione della MELP, si sta cominciando a dare maggiore importanza alla seconda. Il contrammiraglio Zhang Huachen, vice comandante della Flotta del mare orientale, sostiene che “con l’espansione degli interessi economici del Paese, la marina vuole proteggere le rotte di trasporto nazionali e la sicurezza delle più importanti rotte marittime”. La dichiarazione del contrammiraglio mostra una motivazione logica e legittima alla base della nuova strategia della MELP.
La strategia della difesa in mare aperto è significativa per due ragioni. Innanzitutto, mostra che le ambizioni navali della Cina si estendono oltre le tradizionali aree costiere o “mare vicino” (jinyang). In secondo luogo, amplia le responsabilità difensive della MELP, includendo la protezione degli interessi economici marittimi della Cina – che il precedente rapporto sulla difesa della Cina non prevedeva[2].
È logico, dunque, che una possibile motivazione chiave dietro il riorientamento delle forze armate della Cina deriva dal bisogno percepito da quest’ultima di proiettare la sua influenza oltre l’area costiera dove è richiesto alla MELP di mettere in atto le nuove mansioni previste.
CMC: il più elevato organo di comando militare della Cina
In qualità di organo di comando e politica militare più elevato, il CMC sorveglia e comanda le cinque branche delle forze armate cinesi: le forze di terra dell’ELP, l’Aviazione dell’Esercito di Liberazione del Popolo (AELP), i Corpi di Seconda Artiglieria (CSA [le forze nucleari, ndt) e la Polizia Armata del Popolo (PAP) (che rientra sotto la guida congiunta del CMC e del Consiglio di Stato).
Dal ristabilimento del grado militare (junxian) nel 1988, il CMC ha promosso a generale 118 comandanti militari: 17 sotto Deng Xiaoping (1981-1989), 79 sotto Jiang Zemin (1989- 2004) e 22 sotto Hu Jintao (2004 a tutt'oggi).
Le forze armate cinesi sono tradizionalmente influenzate dall'esercito, in virtù della storia della Cina come potenza continentale. Per di più, le forze di terra dell'ELP hanno radici negli anni '20, prima ancora che nascessero la Repubblica Popolare e le altre armi.
Perciò, non sorprende che i generali delle forze di terra facciano la parte del leone coprendo il 71 % del totale. Tuttavia, Hu ha promosso più generali "non appartenenti alle forze di terra" (MELP, AELP, CSA and PAP) rispetto ai suoi predecessori. In termini percentuali, il 45% dei generali promossi da Hu non fanno parte delle forze di terra, in confronto al 25% e al 24% rispettivamente di Jiang e Deng.
Strategia del Corpo della Seconda Artiglieria
Il CMC sovrintende direttamente e comanda i CSA, che controllano l'arsenale nucleare e i missili convenzionali della Cina. Nonostante lo scarso organico (stimato a 100.000 unità, ossia il 3% del personale militare cinese), la CSA hanno prodotto un numero proporzionalmente più alto di generali.
Dei 118 ufficiali promossi a generale, 6 (il 5% del totale) provenivano dai CSA - il chè può essere indicativo della speciale reputazione che questa branca ha all'interno delle forze armate cinesi. Hu ha nominato, in termini percentuali, la maggior parte dei generali dei CSA (9%), rispetto a Deng (6%) e Jing (4%). Questa sproporzione riflette il rilievo da lui conferito alla forza strategica.
La Polizia Armata del Popolo, impiegata sul fronte interno
Mentre tutte le altre armi sono orientate all'esterno la PAP, rivolta all'interno, è incaricata del "fondamentale compito di protezione e sicurezza nazionale, del mantenimento della stabilità sociale assicurandosi che la popolazione viva in pace e soddisfatta"[3].
Jiang ha incorporato con successo la PAP nella struttura di comando del CMC promuovendo il primo generale della PAP nel 1998. Nel complesso, ha nominato 5 generali della PAP, rappresentanti il 6% del totale. Proseguendo sulla stessa linea, Hu ha nominato 2 generali della PAP, ossia il 9% del totale. Finché la stabilità interna rimarrà tra le maggiori priorità del PCC e di Hu, ci possiamo aspettare che egli prosegua a promuovere generali della PAP.
Hu promuoverà più ammiragli
Escludendo i CSA, forza strategica, e la PAP, votata alla sicurezza interna, scopriamo che il 33% dei restanti generali nominati da Hu non appartengono alle forze di terra; il valore assommava al 17% per Jing e al 19% per Deng.
In altre parole, i generali nominati da Hu appartengono per il 67% all’esercito, per l’11% alla marina e per il 22% all’aviazione; i generali nominati da Jiang erano per l’83% nell’esercito, per il 7% nella marina e per il 10% nell’aviazione, mentre quelli promossi da Deng appartenevano per l’81% all’esercito, per il 13% alla marina e per il 6% all’aviazione.
Sembra che Hu abbia iniziato un processo di riorientamento dei suoi generali, concentrando le promozioni nella Marina e nell’Aviazione. Date le ambizioni alla Marina ed il relativo sottorappresentamento degli ammiragli (in cui il punto di riferimento, malgrado le dichiarazioni di Xu, è raggiungere una proporzione del 25%), ci si può aspettare che Hu aumenti la promozione di ufficiali della MELP.
In qualità di presidente del CMC, Deng ha promosso 17 generali in un’unica “classe” nel 1988. Jiang ha promosso, in media, generali ogni due anni tra il 1989 e il 2004, con classi solitamente composte da dieci generali. Hu, in media, ha promosso generali ogni anno tra il 2004 e il 2009 con una classe composta mediamente da 4 generali. Mentre Jiang sembra aver istituzionalizzato il processo di promozione, Hu sembra averlo regolarizzato.
Implicazioni
Se Hu continuasse a promuovere generali più o meno allo stesso ritmo che ha avuto in passato, egli potrebbe ragionevolmente promuovere altri 10 generali entro la fine del suo mandato di presidente del CMC nel 2012 (anche se egli potrebbe reiterarlo oltre il 2012 seguendo l’esempio di Jiang). Dato il riorientamento delle forze armate cinesi, che rappresenta una priorità dell’ELP, ci si dovrebbe aspettare di vedere, durante il rimanente mandato di Hu, una sproporzione di neo-generali a favore delle forze non di terra.
Dei 10 prossimi generali di Hu, assumendo che CSA e PAP ne abbiano uno ciascuno, si potrebbe ragionevolmente pensare che gli altri 8 possano articolarsi così: 3 generali nell’esercito, 3 nella marina e 2 nell’aviazione.
Questa combinazione conferirà una proporzione finale dei generali promossi da Hu pari a 58% nell’esercito, 19% nella marina e 23% nell’aviazione – un risultato direzionalmente coerente se paragonato all’obiettivo dichiarato da Xu del 50% all’esercito, 25% alla marina e 25% all’aviazione.
È improbabile che il numero degli ammiragli della Marina abbia un aumento improvviso, mentre ci si aspetta che Hu continui in futuro il suo graduale e bilanciato approccio nella promozione dei generali, prendendo in considerazione gl’interessi di tutte le branche, come in passato. Questo riflette anche l’approccio piuttosto cauto di Hu alle forze armate, dato dalla mancanza di una formazione militare.
Ormai gli obiettivi sono chiari. Questo è solo l’inizio di una tendenza a lungo termine.
(Traduzione di Sabrina Cuccureddu)
Joseph Lin Y
attualmente studia presso l’Istituto universitario di Affari Internazionali e Studi Strategici di Tamkang University di Taipei, Taiwan. Ha ricoperto incarichi dirigenziali presso società multinazionali e società di investimento negli Stati Uniti, in Cina, Hong Kong e Taiwan. L’ articolo più recente di Lin è “Il mutamento del volto dei Generali Militari Cinesi: evoluzione delle pratiche di promozione tra il 1981 e il 2009″; è stato pubblicato nella Gazzetta coreana di Analisi della Difesa nel marzo 2010
Note
1. Todd Harrison, Analysis of the 2010FY Defense Budget Request (Washington DC: Center for Strategic and Budgetary Assessments, August 12, 2009): 38. Quando la voce “difesa a livello europeo” è esclusa dal bilancio militare degli USA, il relativo rapporto del bilancio tra esercito, marina (compreso il corpo dei marines) e aviazione è stato negli ultimi anni di circa 40:30:30 .
2. Information Office of the State Council of the People’s Republic of China, “China’s National Defense 2008″, January 2009, Section V: 7.
3. Ibid, Sezione VIII: 10
Fonte: http://www.eurasia-rivista.org/
23 luglio 2010
La Cina si concentra sulla “difesa in mare aperto”
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento