Un confronto della capacità nucleare di India e Cina non può essere fatto in modo isolato. Deve essere tratto dall’insieme della loro visione strategica, delle ambizioni globali e politiche, e dall’etica sociale che condizionano le loro percezioni. La loro visione strategica impone lo sviluppo delle capacità nucleari (compresa la politica nucleare, i concetti, la potenza delle armi e dei vettori), adeguato al contesto geo-strategico.
L’impostazione strategica
Da quando la recessione economica globale è iniziata intorno al 2008, il peso economico della Cina è in aumento. E l’amministrazione Obama, subito dopo l’avvento al potere, ha compiuto sforzi particolari per corteggiare la Cina e chiederle aiuto a contrastare il proprio declino economico. Apparentemente le ambizioni globali delle Cina sono state rafforzate da tutto questo. Così, non sorprende se ha mostrato riluttanza a cooperare con gli sforzi dell’amministrazione Obama, per trasformarla in un partner negli affari internazionali.
Tuttavia, una delle ragioni più importanti della riluttanza cinese, è il sospetto sulle intenzioni degli Stati Uniti in Asia, dove essi stavano sviluppando una convergenza strategica nelle relazioni con l’India. Ciò è stato chiarito in Cina del Libro Bianco della Difesa 2008, che parlava dell’‘aumento della presenza militare Usa in Asia-Pacifico.’ La Cina s’è accorta della creazione, sponsorizzata dagli USA, dell’asse anti-cinese che si estende dall’India al Giappone. Anche se questo non è stato trattato dal generale Ma Xiaotian, il Sottocapo di Stato Maggiore del PLA, parlando al Shangri-La Dialogue 2010, ha detto: “noi crediamo che mantenere la sicurezza nell’Asia-Pacifico serva agli interessi della Cina, e ciò è anche responsabilità della Cina.” A quanto pare, la sempre più assertiva postura della Marina cinese nel Mar Cinese Meridionale, è solo una affermazione di questa politica.
Questa affermazione di potere, ha una forte connotazione strategica per i vicini dell’ASEAN, in particolare; la Cina rischia di essere incorporata nella loro architettura di sicurezza per i prossimi anni, come indicato dal Professor Zhuang Jian Zhong, Vice Direttore permanente del Centro Nazionale di Studi Strategici, della Shanghai Jiaotong University, al Shangri-La Dialogue 2010.
Dopo che la legge sul nucleare civile India-Stati Uniti è diventata una realtà, le relazioni economiche India-USA erano pronti a crescere velocemente. Tuttavia, questo non è accaduto quando l’amministrazione Obama ha avuto atteggiamenti dilatori proprio verso l’India. I rapporti USA-India sono entrati recentemente in fase di raffreddamento, per la prima volta da quando il presidente Obama è salito al potere. La realtà è che questo è avvenuto solo dopo l’impasse nei rapporti USA-Cina. Ora i rapporti economici India-USA sono pronti a crescere rapidamente solo perché l’economia indiana, meno dipendente dal mercato di esportazione della Cina, ha una crescita costante dell’8%.
Inoltre, anche se gli Stati Uniti si ritirassero dall’Afghanistan, probabilmente manterranno il Pakistan quale alleato strategico nella regione. È probabile che l’esercito continui a decidere la posizione strategica del Pakistan, nei prossimi anni. Forse questa è la ragione di fondo per i 10 miliardi di dollari USA di assistenza per l’esercito del Pakistan. Non va dimenticato che il Pakistan, uno stretto alleato della Cina, ha raggiunto la sua capacità nucleare aiutato dalla Cina. Queste considerazioni sono suscettibili di influenzare il modo degli Stati Uniti d’incoraggiare l’India a svolgere un ruolo strategico importante in Afghanistan, e altrove, verso Occidente. Con tali considerazioni, nell’orizzonte delle relazioni estere statunitensi, la Cina continuerà ad occupare uno spazio più grande dell’India, nei prossimi anni, indipendentemente dagli alti e bassi nei rapporti USA-Cina.
L’India domina la regione sud-asiatica fisicamente ed economicamente. Il soft power della cultura indiana si diffonde nella regione. Durante l’epoca della guerra fredda, aveva costruito una forte relazione con l’Unione Sovietica, che ha ancora un contenuto residuo di grandi dimensioni in Russia, in particolare come fornitore di attrezzature militari e armi. L’ubicazione geografica dell’India, le permette di essere una potenza dominante nella regione dell’Oceano Indiano. Così non sorprende che la Cina coltivi i vicini più piccoli dell’India, che hanno una paura latente della dominazione indiana. La stretta relazione della Cina con il Pakistan, è ben nota. Nepal e Sri Lanka sono sempre più sotto l’influenza cinese. Fatta eccezione per il Pakistan, l’attuale ruolo delle relazioni della Cina con gli altri vicini dell’India, sembra avere più contenuto politica ed economica che militare.
L’impostazione nucleare
Dato il peso militare relativamente più piccolo di quello economico, l’India, a differenza della Cina, sembra occuparsi solo delle ambizioni regionali. A differenza della Cina, che ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare (TNP), come riconosciuta potenza nucleare, anche se l’India non ha firmato il TNP, la sua capacità nucleare ha ottenuto il riconoscimento solo dopo aver testato le armi nucleari nel 1998. Così l’India ha limiti fondamentali nell’aumentare le sue armi nucleari, anche se dice di avere scorte di uranio arricchito per la produzione di altre 30 testate. L’arsenale nucleare dell’India è stimato tra le 40 e le 80 testate. Cioè meno del numero di testate del Pakistan e, probabilmente, pari a un quinto dell’arsenale della Cina. Inoltre, con i limitati test nucleari effettuati, delle domande sulle loro prestazioni operative sono state sollevate.
Ma la limitazione principale dell’India sta nella sua debole componente dei vettori. L’India, al momento, ha solo missili balistici a breve e medio raggio. Lo sviluppo del missile navale è destinato soltanto a perfezionarne la gittata intermedia. Il suo primo sottomarino nucleare, l’INS Arihant, è ora in fase di prove in mare, ma rischia di diventare operativo nel 2012, se continua tale sua programmazione. Quindi, al momento, non ha sottomarini lanciamissili balistici operativi. La sua flotta sottomarina sta invecchiando, e a causa degli appalti programmati, la sua flotta navale rischia di essere ridotta della metà, secondo una stima. Quindi, i vettori nucleari dell’India, in questo momento, sono limitate soltanto agli aeromobili e alle navi di superficie della Marina con capacità nucleare. Al momento, questo limita la portata della capacità nucleare dell’India verso l’Asia meridionale e il Tibet.
Dopo i test nucleari del 1998, l’India ha adottato la politica del ‘non primo impiego’. Ma secondo la sua politica nucleare, anche se non userà per prima le armi nucleari l’India, ‘progetterà ritorsioni nucleari a un primo attacco massiccio, volto a infliggere danni inaccettabili’. Ma come queste parole possano assumere un forma, resta da vedere. Con la limitata capacità missilistica dell’India, la capacità di un secondo colpo dovrà essere basata sulla sua forza aerea e navale di superficie. Così, l’India continuerà a essere vulnerabile agli attacchi missilistici nucleari superiori alla gittata intermedia.
Solo nel 2003 l’India ha istituito il Comando strategico nucleare. Questo riunisce l’organizzazione dei servizi responsabile del controllo e della totalità delle armi nucleari dell’India, missili e altri mezzi. Esso ha, inoltre, la responsabilità esecutiva per l’applicazione della politica nucleare. Tuttavia, è il Comitato governativo per la sicurezza (CCS) con il Primo Ministro, che autorizzerà la risposta a qualsiasi attacco nucleare. Rapide decisioni sotto pressione, non sono mai state il punto di forza del CCS. Anche se possa, in tempo reale, ordinare un attacco di rappresaglia nucleare, è una questione controversa.
La chiave della debolezza dell’India non è solo nel processo decisionale strategico, ma nella tardiva attuazione delle decisioni. L’India ha omesso di usare il tempo come risorsa insostituibile. Così, la ricerca sulla difesa, controllata dallo statale e i programmi di sviluppo, regolarmente non riescono a perseguire i programmi. Le acquisizioni della difesa sono diventate un focolaio della corruzione, e la procedura burocratica sembra essere più incentrata sulla corruzione derivanti dagli appalti che sulla programmazione dei sistemi d’arma. Ciò non è migliorato, nonostante le denunce dei capi del servizio; questo ha notevolmente indebolito la modernizzazione delle forze armate.
D’altro canto, la Cina ha sviluppato una ben articolata visione a lungo termine, per migliorare la sua capacità strategica ,in conformità con le sue ambizioni globali. Ha sviluppato la sua vasta scala di armi di ricerca, sviluppo e capacità produttiva. E’ diventato un produttore di arma importante, che dà un colpo potente per diffondere positivamente la sua influenza.
La Cina ha adottato la politica nucleare del ‘Non primo impiego’, ben prima dell’India, nel 1964, con l’affermazione di non essere la prima a usare armi nucleari “in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza.” Anche se la Cina ha ribadito la sua politica nucleare, nel 2009, la credibilità della Cina nell’attuarla, resta bassa. Per esempio, ci sono state segnalazioni che la Cina ha studiato attacchi nucleari contro l’Unione Sovietica, nel caso di un attacco sovietico convenzionale. Possiede vettori nucleari navali, aerei, sottomarini e anche missilistici.
Il suo programma di modernizzazione militare è sulla buona strada, con uno sviluppo mirato a migliorare le capacità navali e missilistiche, mentre si trasforma l’enorme PLA in una forza moderna, con una migliore mobilità e potenza di fuoco.
La Cina, è segnalato, avrebbe il minor numero di testate nucleari, tra le cinque potenze nucleari. Sebbene il numero esatto dell’arsenale nucleare la Cina non sia noto, la cifra di circa 130 testate nucleari collocate in missili e aerei, indicati dal Bollettino degli Scienziati Atomici, è probabilmente corretto. Probabilmente altre 70 si trovano in deposito. La Cina ha sviluppato una serie di missili balistici intercontinentali, tra cui il missile intercontinentale DF-5, che ha una gittata di circa 15 mila chilometri, ed è in servizio dal 1980. Circa 80 testate sono dispiegati sui missili balistici DF-3, DF-4, DF-5 e DF-21. Tra questi, la Cina avrebbe 25 missili DF-5. Nell’ambito del programma di modernizzazione militare, la Cina ha migliorato la precisione e la capacità di carico dei missili. Ha il potenziale per sviluppare, in alcuni anni, anche missili a testata multipla.
Anche se la marina del PLA è classificata come la terza più grande del mondo, aveva soltanto una capacità difensiva legata alle sue regioni costiere, la sola capacità costiera. Tuttavia, come risultato degli sforzi della modernizzazione, ha ormai raggiunto la capacità delle acque d’altura. Ciò significa che ha una capacità offensiva limitata a circa un migliaio di miglia dalle proprie coste. Continua a soffrire di carenze dei sistemi di comando C4.
In linea con una maggiore priorità strategica della marina cinese, è in procinto di trasformarsi in una marina oceanica, anche se è ancora una lunga strada da percorrere. Ha sviluppato i sottomarini lanciamissili balistici Type 094, armati con gli SLBM JL 2, con una gittata di 8.000 chilometri, il che metterebbe l’emisfero occidentale all’interno del suo raggio d’azione. Ha sviluppato una grande base per sottomarini ad Hainan, causa di preoccupazione per gli Stati Uniti e l’India.
Dall’ultimo decennio, la presenza militare cinese nelle acque internazionali è in aumento. Ha svolto esercitazioni congiunte con più di una dozzina di paesi, tra cui India e Pakistan. Nella sua prima esperienza internazionale, una flottiglia ha attuato operazioni anti-pirateria nel Golfo di Aden. Probabilmente, nel corso del prossimo decennio, vedremo l’affermazione su grande scala della marina cinese nella regione dell’Oceano Indiano.
I Cinesi sono stati determinanti nel contribuire allo sviluppo delle capacità missilistiche e nucleari del Pakistan, e del mancato rispetto degli accordi internazionali. I due paesi hanno stretto legami strategici. Ciò potrebbe determinare l’ulteriore crescita della capacità nucleare di Pakistan, in futuro. I cinesi che, recentemente, hanno annunciato di consegnare due centrali nucleari al Pakistan, apparentemente nell’ambito di un contratto del 1991, ne è un esempio calzante. Anche se l’amministrazione Bush si erano opposta, in precedenza, gli Stati Uniti sembrano, oggi, aver scelto di ignorarla, a causa delle opportunità politiche dettate dalla sua posizione in Af-Pak. Così, la Cina gode di enorme vantaggio, con la sua presenza nel vicino Pakistan.
Conclusione
La Cina gode di un grande vantaggio sull’India, in tre aspetti essenziali della capacità nucleare: le armi processo decisionale i sistemi, e opzioni di consegna. Tuttavia, la capacità cinese si basa soprattutto sui suoi sistemi ICBM operativi, di terra e di mare. La sua capacità di altura, è aumentata con lo sviluppo dei sottomarini balistici 094, armati di SLBM. Questo potrebbe superare i suoi limiti nelle operazioni oceaniche. Così, la capacità nucleare della Cina è coordinata con le sue ambizioni globali.
Comparativamente, la capacità nucleare dell’India è circoscritta dai limiti delle sue ambizioni regionali. Questa situazione è improbabile che cambi, a meno che l’India migliori la sua capacità di gestire le sfide alla sicurezza strategica. Per dare forma ad essa, più armi nucleari e missili sono essenziali. In particolare, sviluppare una forte capacità anti-missile. L’India ha una lunga strada da percorrere, in questo modo. La forza dell’India dipenderà la costruzione di un rapporto ‘win-win’ con la Cina; allo stesso tempo, l’India deve sviluppare più strette relazioni strategiche con gli USA, senza sacrificare i propri interessi regionali. Le relazioni indo-russe, un po’ stagnanti al momento, hanno anche bisogno di essere nutrite. Più di tutto questo, è necessario accelerare l’ammodernamento delle forze armate. Nei prossimi anni, la regione dell’Oceano Indiano rischia di diventare la scena dell’affermazione di potenza. Ciò comporterebbe la necessità di rendere la marina indiana una potente entità, in modo che l’India non perda il suo vantaggio strategico nella regione.
Col. R. Hariharan
Il Col. R Hariharan, un ex ufficiale dell’intelligence militare, è associato al South Asia Analysis Group, e al Chennai Centre for China Studies. E-mail:colhari@yahoo.com Website: http://www.colhariharan.org/
http://www.southasiaanalysis.org/papers40/paper3920.html
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.aurora03.da.ru/
http://sitoaurora.altervista.org/
http://sitoaurora.xoom.it/wordpress/
http://eurasia.splinder.com/
Fonte: http://www.eurasia-rivista.org
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