10 giugno 2010

Fiat Polonia. 580 euro al mese per costruire la Panda

di Mauro Caterina - 09/06/2010
A marzo, nello stabilimento della Fiat di Tychy, si è fatta gran festa: la nuova 500 ha raggiunto quota 500.000 esemplari prodotti in questo impianto nel sud della Polonia. L'esemplare era di colore «bianco gioioso», equipaggiato con il motore 1,2 litri 69 CV con sistema Start&Stop. Un traguardo prestigioso, senza dubbio, raggiunto però col sudore di 48 ore settimanali e uno stipendio lordo medio di 580 euro. E' questa la cifra che prende un operaio polacco che lavora nello stabilimento Fiat di Tychy. L'ultimo sciopero indetto dai sindacati per un aumento salariale risale al luglio del 2007.
 Allora, tutte le rappresentanze sindacali riunite sotto la bandiera di Solidarnosc avevano chiesto un aumento di quasi il 100% sulla busta paga: da 380 euro a 750 euro al mese. Una richiesta sacrosanta secondo gli operai polacchi, che reclamavano il diritto di avere una retribuzione pari a quella di un operaio italiano. Non se ne fece niente. E' vero, la Fiat di Sergio Marchionne ha avuto sempre parole di lode verso lo stabilimento di Tychy, considerato da molti al Lingotto la punta di diamante del gruppo, ma una concessione del genere in termini salariali era troppo anche per il «gioiellino produttivo» polacco.


Da allora, non ci sono stati più scioperi. Da queste parti uno stipendio di 500 o 600 euro lorde (dipende dall'inquadramento) fa gola a tutti, col tirare troppo la corda ci sarebbe stato il rischio di incrinare i rapporti con la dirigenza. Meglio accontentarsi di quel che passa il convento. Aggiungiamo anche che la Fiat è una delle poche multinazionali (tra le molte presenti in Polonia) a garantire un tale stipendio. E con la disoccupazione al 12% le prospettive sono quelle di emigrare o chinare il capo e lavorare anche per poco più di 400 euro per i neo-assunti. Una guerra tra poveri.


Ma è a Tychy che si gioca la partita e il futuro degli impianti italiani. Wanda Strozyk, pasionaria di Solidarnosc e rappresentante sindacale per lo stabilimento di Tychy, è stata chiara: «Non toglieteci la produzione della Panda - ha detto nell'ultimo incontro del Cae, il Comitato aziendale europeo di cui fanno parte i rappresentanti degli impianti del gruppo nel Vecchio Continente - nel 2009 gli i nostri operai hanno lavorato quasi tutti i sabati e parecchie domeniche, con la fabbrica impegnata spesso su 21 turni settimanali». I sindacati in Polonia sono impegnati, in primo luogo, a difendere il lavoro dei propri iscritti e il loro margine di manovra, rispetto a quelli italiani alquanto ristretto. Perché per tutti c'è la casa da pagare, il televisore al plasma da comprare e la macchina da cambiare. Il lavoro bisogna tenerselo stretto e poco importa se un operaio italiano lo perde per fare posto a un operaio polacco.

Fonte: il manifesto.it

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