Cari amici di Informazione Corretta, caro Angelo, giovedì sera a Roma è accaduto un episodio molto grave, che deve costituire un campanello d'allarme per tutti noi. Alle contro-manifestazioni, alle provocazioni e anche agli insulti dei falsi pacifisti e del fronte filo-palestinese, siamo purtroppo abituati. Che a fronte di queste provocazioni, il servizio d'ordine della Comunità ebraica reagisca con la violenza, è un fatto assolutamente sbagliato e intollerabile, dalle conseguenze incalcolabili. Le iniziative squadristiche appartengono alla mentalità fascista e sono invece indegne degli ebrei e degli amici di Israele.
Non nascondiamoci dietro a un dito, per favore. Non cerchiamo inutili pretesti e versioni dei fatti francamente insostenibili. Non inventiamoci improbabili "catene e coltelli" (che infatti nessuno ha trovato!) frutti evidenti di fantasia e malafede. La dinamica stessa degli avvenimenti, la nuda cronaca dell'episodio spiega bene cosa è accaduto: i filo-palestinesi hanno inscenato una loro tipica manifestazione ostile a Israele (non entro nel merito, ovviamente) e nulla più di questo. La polizia avrebbe dovuto impedirlo, certo. E con questo?
Non basta la provocazione per giustificare la reazione del servizio d'ordine, il cui compito è quello di evitare incidenti, non di causarli. L'unica circostanza che può giustificare il ricorso alla forza è la necessità di difendersi, ma questo caso la tesi è insostenibile, come dimostrano la sproporzione numerica fra le due parti e il fatto che feriti e contusi siano tutti di parte filo-palestinese, alcuni anche in modo serio, compresa una ragazza ricoverata in ospedale.
Di fronte alle provocazioni, primo compito di un servizio d'ordine (serio) è di non cadervi. Invece è accaduto esattamente il contrario. Persino chi ha finto di credere alla versione di comodo fornita dai responsabili della Comunità, non è riuscito a dissimulare bene le proprie convinzioni intime.
Dimitri Buffa, su L'Opinione, parla di "insulti e risse" e riferisce che i filo-palestinesi "hanno rimediato quella che in romanesco si chiama una "sveglia". Anche Deborah Fait mostra di non credere, lei per prima, alla propria versione dei fatti. Inizia così: "Come siamo felici, come siamo contenti che oggi, chiunque dica che Israele e' il demonio tra le nazioni, possa finalmente beccarsi un pugno sul naso!". Prosegue così: "Oggi chi urla "Israele boia" puo' persino incontrare chi gli molla un cazzotto sul naso". E termina così: "Dunque, a Roma tutto bene".
No, cari amici. A Roma non va tutto bene. Il clima è pessimo e si sta ulteriormente deteriorando. La violenza potrebbe dilagare. Non credo proprio che gli ebrei romani e gli amici di Israele avrebbero molto da guadagnare, in questo caso. Credo semmai il contrario. Rivolgo perciò un appello al presidente Riccardo Pacifici, affinché imponga al servizio d'ordine un comportamento più responsabile e consono alle tradizioni democratiche della comunità ebraica romana.
Cari amici di Informazione Corretta, caro Angelo,
Platone è un amico, ma ancora più amica è la verità. Le difese d'ufficio non servono, non aiutano. Se si vuole davvero che l'informazione sia "corretta", occorre coraggio e onestà intellettuale. Non basta scrivere a posteriori, di fronte a certe situazioni imbarazzanti e insostenibili, che "Israele spesso sbaglia nel comunicare". Troppo poco, troppo tardi.
di ALESSANDRO LITTA MODIGNANI
Fonte: http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=10683&Itemid=52
di ALESSANDRO LITTA MODIGNANI
Fonte: http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=10683&Itemid=52
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